Prima di affrontarle, però, c’è una questione che, pur non essendo centrale, è di fondamentale rilievo.
Il Procuratore Lo Voi ha iscritto quattro politici di governo nel registro degli indagati.
Qualunque studente che abbia dato procedura penale sa che si tratta di un atto nell’interesse e a tutela dell’indagato e, anche per questo, non impugnabile, perché manca qualsiasi interesse a non essere iscritti.
Si tratta di un atto totalmente “innocuo”. Essere “iscritti” non produce alcun danno.
Io sono stato “iscritto” diverse volte e resto umile
I medici del Pronto Soccorso vengono iscritti ogni volta che il parente di qualcuno che muore lì fa un esposto ipotizzando una colpa medica.
Il magistrato che non iscrive un denunciato o lo iscrive in ritardo subisce un processo disciplinare.
Si scatena una canea per sostenere che, siccome Lo Voi avrebbe potuto non iscrivere, allora DOVEVA non iscrivere (la famosa battuta sull’atto “voluto“, come se fosse vietato volere un atto legittimo solo perché non piace al potere).
A prescindere dalle ragioni demenziali per cui alcuni, supportati da una assurda circolare del dott. Pignatone, sostengono la tesi della possibilità di non iscrivere, tutti sono d’accordo che questa non iscrizione dovrebbe fondarsi sulla manifesta infondatezza dell’ipotesi di accusa, tanto manifesta da essere addirittura inverosimile (hanno rubato la Gioconda, che, invece, è ancora al suo posto).
Ed è davvero surreale che qualcuno possa ritenere manifestamente infondata, nel caso Almasri, l’ipotesi del favoreggiamento e del peculato.
L’altra tesi è che l’ipotesi sarebbe fondata, ma sarebbe scriminata dalla “ragion di Stato“. E questa è una cosa ancora più aberrante e soprattutto eversiva. E ancora non mi sono ripreso dallo choc di sentirla sostenere spensieratamente anche da tanti avvocati, che addirittura credono che sia contemplata nei libri di diritto e/o la confondono con il “segreto di Stato“, che nel caso di specie non è stato opposto dal Governo e che, comunque, non è un’esimente, sicché non esclude la sussistenza del reato né impedisce le indagini e l’eventuale processo agli indagati, ma è solo un modo per rifiutarsi di fornire delle prove richieste dall’autorità giudiziaria.
Dunque, il dott. Lo Voi ha compiuto un atto che a chi ha studiato diritto appare PIENAMENTE legittimo e che, comunque, anche per gli ignoranti totali di diritto non può essere qualificato come criminale. A meno di non credere – come fanno in troppi, anche avvocati – che viga in Italia il delitto di “lesa maestà“.
Così come a suo tempo la collega Iolanda Apostolico aveva emesso una ordinanza talmente legittima e corretta nel merito da essere confermata da provvedimenti di enne altri giudici fino alla Cassazione.
Sicché la domanda è: è possibile che in un Paese vagamente civile un funzionario pubblico che adotta un provvedimento legittimo sia sottoposto, per volontà del Governo e/o dei suoi lacché, a un linciaggio mediatico che ricorda le aggressioni squadriste?
E non ne faccio solo una questione etica, dato che in Italia l’etica vale come le carte di coppe quando la briscola è a spade.
Ne faccio una questione di “costituzione materiale” e di conseguenze pratiche sull’esercizio dei pubblici poteri.
Se io, Pinco Pallino, magistrato di una città di provincia, addetto a un ufficio fino a quel giorno ritenuto di nessun rilievo, io magistrato “normale“, che non ambisco a nulla e lavoro in periferia, devo decidere chennesò della libertà personale di un nero accusato di avere rubato in un supermercato, e mi rendo conto che il caso è finito in una di queste indegne disgustose trasmissioni della Rai che ogni giorno, nell’indifferenza di tutti i falsi garantisti, “sbattono mostri in prima pagina“, sicché la mia decisione potrebbe essere usata da qualcuno per bassa propaganda politica, come mi comporterò sapendo che, se la mia decisione non piacerà al Governo, le squadracce con i giornalisti al seguito ispezioneranno la vita mia, dei miei amici, dei miei familiari, dei miei contatti su Facebook, dei miei vicini di casa per sbattermi in prima TV?
Se a Iolanda Apostolico, che è una gran persona per bene e che, per disgusto, si è dimessa dalla magistratura, non hanno trovato niente e l’hanno linciata con un video in motorino senza casco (riporto qui uno degli articoli sul tema, in cui si parla di un nuovo “caso” Apostolico e il “caso” è che ha preso un passaggio in motorino e non aveva il casco).
Se il Procuratore Lo Voi lo linciano pur non avendo trovato altro che i voli di Stato (opinabili quanto si vuole, ma certamente legali) e montando una farsa sull’informativa dei Servizi.
Cosa deve aspettarsi un magistrato “normale”, che magari ha un cugino con una veranda abusiva o un figlio che si fa le canne o un nipote segretamente gay, o dei calzini turchese (come il collega Mesiano, lapidato in TV per il colore dei calzini e perché … fumava in un giardino pubblico)?
O, Dio non voglia, un’amante.
Tanto più che si è scoperto che i Servizi spiano i giornalisti, non è possibile capire per quali fini leciti.
E questo, ovviamente, al netto dell’opinione – buona o cattiva – che ognuno può legittimamente avere del Procuratore Lo Voi (a me, per esempio, non fa alcuna simpatia, ma la cosa è totalmente irrilevante).
E’ civile un Paese in cui il Governo promuove e/o incoraggia il linciaggio di chi fa qualcosa che puramente e semplicemente non gli piace?
Ed è possibile in un Paese così sperare ancora che ci sia qualcuno disposto a farsi linciare per fare il proprio dovere?
E, infine, come si deve giudicare il silenzio assoluto del Presidente della Repubblica in questo gravissimo frangente?
E’ in corso un attacco di inaudita violenza alla Costituzione e alla separazione dei poteri e il Presidente Mattarella, che è anche Presidente del CSM, tace, dedicandosi a commemorare un corrotto latitante (Craxi) come se fosse uno statista.
Anche a volere ipotizzare – contro ogni evidenza – che Lo Voi abbia torto, non dovrebbe comunque il Presidente della Repubblica intervenire, se del caso anche criticando Lo Voi, ma indicando un minimo di regole di civiltà per questa aggressione?
A breve andrà al CSM per partecipare alla liturgia di designazione del nuovo Procuratore Generale della Cassazione. Non dovrebbe fare qualcosa di più concreto per la giustizia e la democrazia di questo Paese?
Mentre, quanto al CSM, che, quando vuole, apre “pratiche a tutela” dei magistrati attaccati per il loro lavoro, anch’esso tace, lasciando Lo Voi al suo destino, in balia della canea.
Solo il Consigliere Mirenda, candidato con il sorteggio e indipendente dalle correnti, ha chiesto formalmente l’apertura di una “pratica a tutela”.
Tutti gli altri tacciono.
Verosimilmente perché quelli delle correnti cosiddette di sinistra ritengono Lo Voi di destra e loro difendono solo “i loro” e quelli della corrente di Lo Voi (cosiddetta di destra) non vogliono dispiacere il Governo.
Questa è la “democrazia” italiana
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