«Una spietata stagione di violenza contro gli italiani residenti in quelle zone» inaugurata con l’instaurazione della «dittatura comunista di Tito».
Sono nette e lineari le parole pronunciate dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della celebrazione del «Giorno del Ricordo». «Di quella stagione contrassegnata da una lunga teoria di uccisioni, arresti, torture, saccheggi, sparizioni, le Foibe restano il simbolo più tetro. E nessuna squallida provocazione può ridurne ricordo e dura condanna – ha dichiarato il Capo dello Stato – oltre a crudeli, inaccettabili casi di giustizia sommaria e di vendette contro esponenti del deposto regime fascista, la furia omicida dei comunisti jugoslavi si accanì su impiegati, intellettuali, famiglie, sacerdoti, anche su antifascisti, su compagni di ideologia, colpevoli soltanto di esigere rispetto nei confronti della identità delle proprie comunità. Di fronte al proposito del nuovo regime jugoslavo di sovranità sui territori giuliani, l’essere italiano diveniva un ostacolo, se non una colpa. Ben presto, sotto minaccia e dopo una seconda ondata di violenze, i nostri concittadini di Istria, Dalmazia, Fiume, furono messi di fronte al drammatico dilemma: assimilarsi, disconoscendo le proprie radici, la lingua, i costumi, la religione, la cultura. Oppure andare via, perdendo beni, casa, lavoro, le terre in cui erano nati. In grande maggioranza scelsero di non rinunciare alla loro italianità e, di fatto, alle libertà, di pensiero, di culto, di parola. In trecentomila – uomini, donne, anziani, bambini – radunate poche cose, presero la triste via dell’esodo».
Le squallide provocazioni a cui fa riferimento Mattarella appaiono un chiaro riferimento a quanto accaduto a Basovizza, Trieste e in altre città con scritte contro il «Giorno del Ricordo» con insulti ed esaltazione delle violenze e delle stragi nelle foibe. È accaduto anche in Abruzzo, a Giulianova, domenica scorsa a meno di ventiquattr’ore dall’evento previsto per il «Giorno del Ricordo».
«Un’altra scritta offensiva, come già accaduto alla Foiba di Basovizza e in altre parti d’Italia, è apparsa oggi davanti alla Sala Buozzi di Giulianova, proprio dove domani si terrà un evento promosso da Fratelli d’Italia in occasione del Giorno del Ricordo, in memoria delle vittime dell’esodo giuliano-dalmata e dei crimini delle foibe – ha dichiarato domenica, appena appresa la notizia, il senatore Etelwardo Sigismondi (Fratelli d’Italia) – Un gesto grave e oltraggioso. Un gesto che colpisce non solo la memoria delle vittime delle foibe, ma anche la battaglia per la verità storica che, dopo decenni di oblio, è stata finalmente riconosciuta grazie alla legge del 2004, voluta fortemente dalla destra italiana e il cui primo firmatario è l’attuale senatore Roberto Menia. Questo ennesimo sfregio alla memoria nazionale dimostra quanto sia ancora necessario continuare a difendere il Giorno del Ricordo, istituito per conservare la memoria di tutte le vittime delle foibe e dell’esodo degli istriani, fiumani e dalmati dalle loro terre, dagli attacchi di chi vorrebbe negare una tragedia che ha segnato profondamente la storia italiana».
«Le scritte oltraggiose comparse ieri a Giulianova contro la memoria delle vittime delle Foibe mi hanno spinto a rivedere i miei impegni e a recarmi personalmente in città per partecipare all’iniziativa organizzata dal Circolo di Giulianova e dal Coordinamento Provinciale di Fratelli d’Italia in occasione del Giorno del Ricordo – ha dichiarato Sigismondi al termine dell’evento «Io ricordo» a Giulianova – ho scelto di esserci non solo come Coordinatore regionale di Fratelli d’Italia ma soprattutto come Senatore della Repubblica. Di fronte a gesti così gravi, volti a cancellare la memoria di una tragedia che ha segnato profondamente la storia italiana, le istituzioni non possono restare in silenzio, serve una condanna forte e unanime».
Cerimonie di commemorazione si sono tenute a Casalbordino, Vasto, San Salvo, Monteodorisio e Cupello nel vastese. Già venerdì scorso un primo evento, con la lettura di brani tratti dal libro «Foiba rossa. Norma Cossetto, storia di un’italiana», si era tenuto a Cupello.
Nell’occasione Andreana Colangelo, responsabile per la provincia di Chieti del Comitato 10 febbraio, ci ha rilasciato la videointervista che pubblichiamo in quest’articolo in cui ha ribadito una condanna di ogni totalitarismo e violenza, della guerra e della barbarie e l’importanza del ricordo, senza strappare nessuna pagina dal libro della storia e condannando ogni crimine, ogni morte, restituendo dignità a tutte le vite spezzate, uccise, assassinate, senza mai creare vittime di serie A e serie B. In occasione della cerimonia a Casalbordino, presente per l’amministrazione comunale il vicesindaco Carla Zinni, abbiamo raccolto la testimonianza dell’esule istriana Magda Rover.
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