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Dagli anni Settanta i diritti delle donne in Italia, grazie alla Lotta sociale, hanno fatto passi da gigante. Oggi, tutto sembra essersi fermato. Anzi, stiamo facendo il percorso inverso. I diritti (non solo delle donne) sono stati messi in discussione da una politica fallimentare. Questo ultimo governo ne è la testimonianza.
Queste le tappe fondamentali:
1946, diritto di voto: Suffragio universale con il referendum per la Repubblica.
1970, divorzio: Legge Fortuna-Baslini, l’Italia legalizza finalmente il divorzio, nonostante l’opposizione della Chiesa.
1981, abolizione del delitto d’onore (articolo 587 del Codice Penale): Chi uccideva una donna (moglie, figlia, sorella) per “lavare l’onore” poteva beneficiare di una pena ridotta.
1981, abolizione del matrimonio riparatore (articolo 544 del Codice Penale): Gli stupratori evitavano il carcere sposando la vittima. Franca Viola resta il caso simbolo di questa Lotta di civiltà: nel anni Sessanta questa giovane donna siciliana rifiutò il suo stupratore, abbattendo con un grande gesto di coraggio le convenzioni sociali.
1996, legge sulla violenza sessuale: lo stupro è stato riconosciuto come un reato contro la persona e non più contro la morale.
2019, Codice rosso: Normativa che accelera i procedimenti giudiziari nei casi di violenza di genere.
Con la Legge 194/1978, viene garantito il diritto all’interruzione volontaria di gravidanza (IVG) entro i primi 90 giorni e, in casi specifici, anche successivamente. Questo DIRITTO è seriamente in pericolo, dall’alto tasso di obiezione di coscienza tra i medici. In alcune regioni superano il 70%. Assistiamo quotidianamente a folli proposte di modifica e alle stupide pressioni dei conservatori cattolici. Non vogliono la sua limitazione, già ottenuta nei fatti, ma cercano la completa distruzione di una norma di civiltà.
In alcune regioni, tra cui il Molise, le strutture pubbliche non offrono il servizio o costringono le donne a lunghi spostamenti.
Ma oggi la donna ha raggiunto la parità con il sesso debole (quello maschile)?
Sono state approvate leggi sulla parità salariale, le quote rosa ma il gender pay gap in Italia rimane significativo. Le donne guadagnano in media 16% in meno rispetto agli uomini per lo stesso lavoro. Il tasso di occupazione femminile è tra i più bassi d’Europa, fermo al 53% rispetto alla media UE del 66%.
La questione culturale ancora non entra nel dibattito nazionale. Glu uomini ancora non cambiano la propria testa e, senza più il potere di una volta, sono frustrati. E sfogano la loro inferiorità con la violenza.

Nel 2022 ben 106, 98 nel 2021 e 80 nel 2020 (dati Osservatorio Diritti).
Nel 2024 sono state uccise 99 donne (95 in contesti familiari o affettivi).

Il Codice Rosso è una buona Legge, ha migliorato la protezione delle vittime. Il sistema giudiziario è ancora lento. E i centri antiviolenza sono sottofinanziati e distribuiti in modo disomogeneo sul territorio nazionale.
Ora, nel 2025, bisogna invertire la rotta. Basta con queste cazzate delle mimose (sicuramente un bel gesto). É servito a ben poco, come la Giornata dedicata al Femminicidio. Parole sprecate, parole al vento. Gli uomini continuo ad ammazzare le donne, a maltrattarle. A tenerle a bada. Perchè gli uomini hanno paura della forza delle donne.
Ma cosa bisogna fare?
- Educare gli uomini al Rispetto verso le donne (ma anche verso tutti, animali compresi).
- Percorsi scolastici: già dalle scuole elementari per cambiare la mentalità.
- Formazione per magistrati e forze dell’ordine: per evitare di sottovalutare i fenomeni di violenza.
- Campagne di sensibilizzazione: bisogna combattere stereotipi di genere.
- Più fondi ai centri antiviolenza: servono finanziamenti stabili e distribuiti equamente su tutto il territorio.
- Bisogna incentivare l’occupazione femminile: sgravi fiscali per le aziende, misure di conciliazione tra lavoro e famiglia, congedo di paternità obbligatorio, servizi per l’infanzia accessibili.
- Applicare la Legge 194/1978 senza ostacoli: in molte Regioni gli obiettori di coscienza rende quasi impossibile accedere ai servizi.
- Educazione sessuale nelle scuole e contraccezione gratuita: accesso gratuito alla contraccezione, educazione sessuale obbligatoria nelle scuole. Noi siamo ancora indietro su questi temi.
- Partecipazione attiva delle donne in politica: una forte rappresentanza forte nelle istituzioni per difendere i diritti delle donne.
I diritti non durano per sempre. Vanno difesi. Bisogna resistere, rimanere vigili e lottare per proteggere gli esistenti e per averne di nuovi. É necessario, in questo momento storico, riprendere la lotta.
Immagine creata con AI
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