Lo ribadiamo con forza e senza timore. Lo dicevano gli antichi: Nec Spe Nec Metu: nè con speranza nè con timore. Noi non stiamo con Roberti. Noi non stiamo con gli indagati. Noi non stiamo con le aziende implicate. Noi non stiamo con i soggetti legati alla Società foggiana. Noi non stiamo con i soggetti che hanno, attraverso la paura e la vigliaccheria, minacciato, colpito, derubato le persone persone. Noi non stiamo con gli spacciatori (quelli di alto livello). Noi non stiamo con i delinquenti.
Noi ci poniamo, e lo abbiamo sempre fatto, dalla parte della legalità. E attendiamo, fiduciosi, le risultante del lavoro della magistratura (e delle forze dell’ordine).
E ce ne fottiamo degli annunci, delle pacche sulle spalle, dei proclami di coloro che non hanno rispetto del bene comune.
Nel silenzio che avvolge, come una nebbia fitta la politica molisana, l’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia ha scosso finalmente le fondamenta di un sistema che in troppi si faceva finta di non vedere. Almeno da quaranta anni. Le indagini portano un nome pesante: Francesco Roberti, attuale presidente della Regione Molise, che – lo diciamo senza giri di parole – non può più permettersi il lusso dell’ambiguità. Per noi sono necessarie le dimissioni dalle cariche politiche. Per il rispetto dovuto alle Istituzioni e ai cittadini molisani. Riuscirà a provare la sua totale innocenza? Ne saremo felici. E potrà ricandidarsi. Noi, senza esitazioni, diciamo: non stiamo con Roberti. E ora vi spieghiamo perché.
La presunzione di innocenza è sacrosanta. Ma la fiducia politica, quella no, non è automatica né eterna. E non può sopravvivere a ogni costo, soprattutto quando la magistratura parla chiaro e scoperchia dinamiche inquietanti. I cittadini molisani – che devono sentirsi responsabili di questa situazione – hanno diritto di sapere se chi li governa ha mantenuto la barra dritta o ha ceduto a pressioni, compromessi, clientele.
Non si tratta di sostituirci ai giudici. Si tratta, però, di avere una bussola etica e politica, perché la trasparenza non si invoca solo nelle campagne elettorali. Si pratica. Quotidianamente.
Troppo comodo rifugiarsi nella retorica del “lasciamo lavorare la magistratura”. La responsabilità politica non aspetta le sentenze definitive. Quando emergono fatti gravi, la risposta deve essere immediata, chiara, netta. Il silenzio o la difesa d’ufficio diventano complicità morale. Stare zitti, oggi, equivale ad accettare che in Molise si possa continuare a governare tra opacità e sospetti. Noi non ci stiamo.
Il Molise è una terra bella e fragile, spesso marginalizzata, troppo spesso trattata come un feudo politico da chi pensa che il consenso si gestisca con pacche sulle spalle e qualche favore distribuito con generosità selettiva. È ora di dire basta. Di pretendere una classe dirigente che non solo sia pulita, ma appaia pulita. Che sia capace di rispondere alle domande dei cittadini, non di nascondersi dietro ai comunicati stampa.
Per questo noi non stiamo con Roberti. Non perché lo abbiamo già condannato.
In un’Italia dove la sfiducia nella politica cresce ogni giorno, serve un cambio di passo. Serve dire con chiarezza che non è più tempo di compromessi morali, e che chi guida una Regione – o un Paese – deve essere il primo a fare un passo indietro quando l’ombra si allunga. In Molise, oggi, si gioca una partita che va oltre i confini regionali. È una questione di dignità istituzionale. Di rispetto verso i cittadini. Di futuro. Noi abbiamo scelto da che parte stare.
NOI non stiamo con Roberti.
E voi?
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