Un’indagine della Direzione Distrettuale Antimafia, politici in carica al centro di un ciclone giudiziario, sanità pubblica al collasso, lavoro precario, ambiente devastato. Tutto questo sta accadendo in Molise. Ma cosa cazzo deve ancora succedere?
Fatti raccontati in passato che riemergono prepotentemente nel presente. Nomi, cognomi, documenti, relazioni, denunce. Una lama incandescente nella carne ha squarciato il velo di ipocrisia e di silenzio che copre da anni questa piccola, ma sfortunata, regione.
Ma il Molise non si ribella. Il sistema continua a tenere sotto scacco i molisani. E loro restano in silenzio. Fanno finta di indignarsi, scrivono continuamente cazzate sui social e poi ritornano all’ovile. O meglio, nella cabina elettorale, dove – da almeno trent’anni – votano per le stesse facciacce. Sempre i peggiori.
Le inchieste di ieri e di oggi: un filo rosso inquietante
L’attualità ci parla di nuove indagini che toccano l’attuale presidente della Regione Francesco Roberti, insieme alla sua consorte. Per non parlare di tutta quella gentaglia che pensava, attraverso le loro misere minacce di imporre la loro volontà. Noi ci affidiamo, per la questione della colpevolezza, al lavoro dei magistrati. Ma il problema politico resta ed è molto serio. Sotto la nostra lente, quella dell’informazione libera e senza padroni, c’è il modello di gestione del potere in Molise: nomine, appalti, emergenze sanitarie trattate con leggerezza (eufemismo) e opacità. Ora sono tutti bravi a criticare l’attuale sGovernatore: ma chi lo ha scelto?
Chi continua a scegliere i peggiori per la gestione della cosa pubblica?
La questione riguarda tutti coloro che hanno responsabilità, dirette e indirette, nella scadente politica regionale.
Nella nostra regione abbiamo nomi intoccabili, che nemmeno vengono pronunciati. Anzi, si affollano i luoghi frequentati da questi personaggetti, si fa la fila per essere “ascoltati” (per chiedere favori personali) da questi Innominati, di manzoniana memoria. Siamo stati presi per pazzi quando abbiamo denunciato chirurgicamente le stesse dinamiche: appalti truccati, sanità privatizzata, cooperative “amiche”, incarichi pilotati, responsabilità politiche rimpallate, legami con gli amici, gli amici degli amici e le loro amanti.
Lo abbiamo fatto sulle nostre colonne, in una pubblicazione nel 2013 (Il Veleno del Molise) e lo continueremo a fare anche in futuro.
Cosa è cambiato? Cosa cambierà?
Rifiuti tossici, bonifiche mai fatte e silenzi istituzionali
Non una teoria, non una narrazione (come quelle che ci propinano quotidianamente) ma dati e carte che raccontano come il Molise è terra di sversamenti illegali. Come nella zona industriale di Termoli, a Venafro, nella piana di Bojano, nella zona industriale Pozzilli-Venafro. Autorizzazioni concesse per scaricare a mare, processi finiti con archiviazioni e assoluzioni (altra cazzata utilizzata per non parlare più del problema). Zone inquinate, acque contaminate, nessun serio piano di bonifica. Aziende legate a personaggi già noti alla cronaca giudiziaria, collegamenti diretti con ambienti mafiosi campani e pugliesi. Chi ha denunciato ha subìto l’isolamento, le intimidazioni e le querele. Sempre nel silenzio generale.
Le mafie in Molise: il segreto di Pulcinella
Non ci sono sparatorie, non si sono registrati morti ammazzati. Fino ad oggi. In Molise la mafia si è fatta impresa, nel silenzio e nel consenso. I rapporti negli anni hanno parlato di influenza della camorra nell’edilizia, nella gestione dei rifiuti, nel gioco d’azzardo. Poi gli episodi legati alla ‘ndrangheta, poi le presenze di Cosa nostra. Ora è il turno della Società foggiana.
E sempre la stessa stupida, idiota, inutile domanda: ma il Molise non è più un’isola felice? Parole inutili per non affrontare una questione che parte da lontano: dobbiamo guardare indietro per analizzare gli ultimi 40 anni.
Ma poi cosa significa isola felice? Dove si trovano questi luoghi? Solo nella mente di chi nella vita pensa a scrivere e ad occuparsi di puttanate. Ovviamente le presenze di questi schifosi criminali sono legate alla mala gestione, ad una complicità politica e sociale. Meglio non sapere, meglio non sentire. Meglio non vedere.
Le infiltrazioni crescono e nessuno scende in piazza. Nessuna mobilitazione. Nessuno ha preteso le dimissioni dell’attuale sGovernatore del Molise. Il rischio peggiore è abituarsi alla loro presenza.
Il Molise non è una terra per i giovani. Sono costretti a lasciare questa regione perché non vedono futuro. E la qualità del lavoro? Contratti precari, “cooperative” elettorali che assumono a chiamata, in cambio di voti o silenzio. E la sanità pubblica? Distrutta, nel corso degli anni, da una politica scellerata. Ridotta a pochi presidi. Il pubblico è stato sostituito dal privato convenzionato.
Chi può, scappa. Chi resta, sopravvive. E chi denuncia, viene ignorato e isolato e preso per “matto” o disfattista o comunista.
Perché i molisani non si ribellano? Forse per paura, forse per rassegnazione, forse perché chi gestisce il potere sa come addomesticare il malcontento con una promessa di lavoro, un incarico, una pacca sulla spalla. Forse per complicità.
Ogni giorno di silenzio è un giorno in cui i diritti vengono sepolti.
SISTEMA MOLISE, tra intercettazioni e favori, il governatore finisce nel mirino della DDA: appalti, rifiuti e amicizie pericolose
Un’espressione banale, quasi quotidiana: “Fate lavorare gli amici”. Ma dentro quella frase, intercettata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Campobasso,...
Le nostre denunce e l’inchiesta della DDA di Campobasso: la battaglia contro la criminalità organizzata
Il Molise è spesso percepito come una terra marginale rispetto alle grandi dinamiche mafiose italiane, ma gli ultimi sviluppi...
Molise, terra di ombre: le denunce inascoltate e l’inchiesta sulla gestione dei rifiuti
La regione Molise si trova al centro di una tempesta politica e giudiziaria senza precedenti. L’inchiesta della Direzione Distrettuale...
Il sistema criminale in Molise: l’espansione della Società Foggiana e gli allarmi ignorati per decenni
L’indagine della Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Campobasso, coordinata dal procuratore Nicola D’Angelo e dal sostituto procuratore Vittorio Gallucci,...