L’intelligenza artificiale è entrata prepotentemente nella vita quotidiana, ma la società è davvero pronta ad affrontarne le implicazioni etiche e giuridiche? Su questo e molti altri interrogativi si confronteranno esperti di diritto, accademici e giornalisti nel convegno “AI, diritto e mondo del consumo”, in programma lunedì 8 aprile presso l’Aula Magna del primo edificio polifunzionale dell’Università degli Studi del Molise, in Viale Manzoni a Campobasso.
L’evento, promosso dall’Ateneo molisano in collaborazione con il Dipartimento Giuridico, il CHIRMEC, il Corecom Molise, il gruppo Generali Assicurazioni e l’Ordine dei Giornalisti del Molise, offrirà un’occasione unica per analizzare le intersezioni tra l’IA e il mondo del consumo, con particolare attenzione ai temi della conoscenza, dell’etica e delle regole.
Alle 9:30, dopo i saluti istituzionali del Rettore Luca Brunese e del Presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Molise Vincenzo Cimino, si aprirà il primo panel intitolato “Intelligenza artificiale tra gnosi individuale ed etica sociale”. A introdurlo sarà il prof. Fabrizio Petrillo, e tra gli interventi spiccano quelli di studiosi provenienti da diverse università italiane, tra cui Università di Cagliari, Milano, Magna Graecia di Catanzaro, oltre ai padroni di casa dell’Unimol. Presenti anche esponenti del mondo assicurativo e del settore privato, come Generali Assicurazioni e Campus Bio-Medico di Roma.
Dopo una pausa con light lunch alle 13:30, il convegno riprenderà alle 15:00 con il secondo panel, dedicato a “Intelligenza artificiale e Regole”. A guidarlo sarà Francesco Traisci (Unimol), mentre tra i relatori figurano nomi autorevoli come Irene Astone (Università di Foggia), Antonio Barenghi (Unimol), il giornalista Ettore Crispo, il costituzionalista Salvatore Mancuso (Università di Palermo) e rappresentanti del mondo universitario e giuridico. Le conclusioni saranno affidate al prof. Roberto Dipace, direttore del Dipartimento Giuridico dell’Università del Molise.
Il convegno, accreditato dall’Ordine dei Giornalisti, garantisce il riconoscimento di 6 crediti formativi deontologici, a sottolineare quanto l’IA non sia solo una questione tecnica, ma una sfida culturale che tocca profondamente anche il mondo dell’informazione. In un contesto in cui l’algoritmo rischia di sostituire la verifica, e il dato sembra sovrastare il giudizio critico, occasioni di confronto come questa diventano sempre più necessarie.