Tra poche settimane, il 25 aprile, vedremo come tutti gli anni un trionfare di retorica, canzoni, cerimonie, proclami, bandiere, discorsi, tutti gasati e trepidanti defensor fidei della libertà, di chi ha dato la vita per la libertà, la democrazia, sentiremo paroloni su paroloni. 25 Aprile, una data simbolo, iconica, viva la libertà e la democrazia e chi si è sacrificato contro coloro che hanno imbavagliato cittadini e stampa, la libera espressione e il dissenso.
Paroloni che spesso sentiamo ancora oggi, contro minacce su minacce, dittatori e loro supposti emuli (ed emule). Poi, scorrerà il calendario e si arriverà come ogni anno alla Giornata mondiale per la libertà di stampa. E anche lì trionfali acclamazioni di chi ha vissuto con la schiena dritta, non si è mai lasciato imbavagliare, alla stampa libera e ai giornalisti indipendenti. È il calendario delle feste comandate, la laica liturgia a cui non diserterà nessuno.
Un marziano che scendesse sulla Terra penserebbe «ma che bravi sono, che terra libera, che grande e compiuta democrazia». Nelle feste comandate. Poi cosa accade lontano dalle messe cantate? Ripercorriamo alcuni episodi delle ultime settimane.
Chi legge potrà autonomamente elaborare un pensiero e porsi interrogativi e dubbi fin troppo scontati. In una terra in cui ad un giornalista vengono chiesti centinaia di migliaia di euro, un altro giornalista viene attaccato e minacciato da un gruppo che afferma di non dimenticare articoli pubblicati (considerati a quanto pare una “colpa”, siamo sempre al giornalista infame e al giornalista terrorista espressione di ben determinati contesti di questo Paese), una cittadina espressione di un comitato di cittadini si sente dire a voce alta dal massimo dirigente di una società che gestisce il bene comune per eccellenza in nome e per conto dei massimi rappresentanti della cittadinanza che non vuole sentirla e si è stancato di sentirla e c’è chi organizza incontri pubblici non pubblici in cui la stampa viene “filtrata” e si considera taluni buoni solo per eventuali vetrine ad uso e consumo, a comando.
L’ex ministro della salute Roberto Speranza presente a Vasto per presentare il suo libro, incontro tenuto a conoscenza solo di selezionati fino all’ultimo
Incontro a Vasto organizzato dal PD, ci giunge voce l’assessore Cianci, con l’ex ministro Speranza, incontro tenuto a conoscenza solo di selezionati fino all’ultimo, non c’eravamo e allora ripercorriamo un po’ di amarcord di domande senza risposta sin dalle nostre prime settimane.
Democrazia alla carbonara (ma non è il piatto di pasta romano)
Un’aggiunta è doverosa su questo. Premettiamo e ribadiamo: nel giornalismo non esistono “penne amiche”, quello è altro che probabilmente piace tanto ad alcuni che di maestà vedono solo se stessi e contemplano il mondo in due dimensioni, i loro e il resto del mondo nemico. Non siamo mai stati amici dei palazzi e di poteri di ogni tipo, ad ogni livello. Ma, nonostante il livello medio in città e quanto abbiamo riportato nell’articolo di oggi e nei due precedenti della settimana scorsa ci sono anche a Vasto persone impegnate in politica (in vari ruoli e a vari livelli) che conoscono il dovere del rispetto e della disponibilità, anche del dissenso e del ruolo della stampa. C’è chi si comporta come raccontato in questi giorni e chi, senza pretendere nulla (che siano pubblicazioni anche di eventi menate o accomodanti leccate, ogni riferimento NON è puramente casuale), risponde a domande, invia comunicati, permette persino di raccontare qualcosa di positivo e bello (sembra assurdo ed incredibile, è più di un miracolo, ma accade, e su queste pagine tante volte l’abbiamo raccontato). Anche dell’area di governo vastese, nonostante non siamo mai stati teneri e accomodanti sin dalle prime settimane. Chi invece ignora che si può fare non si accorge che non ci sono “penne amiche” (eppur dovrebbe) e che c’è chi rispetta tutti e tutti considera nella stampa.
Due mesi dopo il nostro accesso civico nessun documento ci è mai stato fornito, sabato scorso Basterebbe ha irriso, voltato le spalle e tentato di impedire di parlare a Vittoria Camboni, intervenuta a nome dell’associazione Ortona Sasi Class Action.
“Sistema Di Pangrazio” – Intimidazioni ad Avezzano: Comune chiede 200mila euro a giornalista di SITe.it
E’ una Azione temeraria – oltre che vergognosa – per la quale i responsabili dovranno rispondere personalmente e su cui ogni singolo componente della Giunta e del Consiglio comunale dovrà chiarire la sua posizione
Luca Telese: «Le minacce a Gianluca non ci spaventano». Il comunicato del Cdr e la solidarietà del sindacato giornalisti
Striscione e minacce al collega Gianluca Lettieri e al Centro. L’editoriale del nostro direttore. Il comunicato del Cdr e la solidarietà del sindacato dei giornalisti abruzzesi
https://www.ilcentro.it/chieti/luca-telese-le-minacce-a-gianluca-non-ci-spaventano-gkdb8c31