Non è più tempo di nascondersi dietro l’inutile slogan “isola felice”. Il Molise, come raccontato con passione e rabbia da Giovanni Mancinone e Paolo De Chiara, è da decenni al centro degli interessi della criminalità organizzata. E se c’è una vera emergenza, è quella del silenzio.
Durante un incontro pubblico – trasmesso persino in diretta su TikTok per parlare anche ai più giovani – i due giornalisti e scrittori hanno lanciato un grido d’allarme: mafie, corruzione, caporalato, rifiuti tossici, usura, riciclaggio, tutto già qui, tutto già noto, eppure ancora ignorato da tanti.
Mancinone: “Molise Criminale? Mia moglie pensava fossi impazzito”. L’autore di Molise Criminale ha snocciolato dati, storie, operazioni delle forze dell’ordine che raccontano un territorio permeato da interessi illeciti. Dalle gare d’appalto pilotate ai terreni agricoli usati per il pascolo da aziende in odore di camorra, passando per braccianti sfruttati da caporali bulgari e magrebini. Un sistema capillare, mimetizzato nel paesaggio rurale e industriale molisano, che trova terreno fertile nell’assenza di reazione popolare.
“Il vero problema è l’indifferenza”, dice Mancinone. “I cittadini non si incazzano più.”
De Chiara: “Il primo problema? Un’informazione che non fa il proprio dovere”. Il nostro direttore, voce instancabile contro ogni ipocrisia, ha richiamato l’importanza dell’antifascismo, del giornalismo d’inchiesta e della memoria. Ha denunciato il vuoto di attenzione dei media locali, che spesso tacciono su operazioni importanti e intercettazioni inquietanti, preferendo il quieto vivere alla verità.
“Questa regione – dice – non è mai stata vergine. Solo che chi parlava veniva bollato come pazzo, come protagonista.”
Con forza, De Chiara ha denunciato anche le connivenze politiche, le interdittive antimafia ignorate, i progetti tossici mai bonificati, e ha consegnato al senatore presente una lettera di Gennaro Ciliberto, testimone di giustizia dimenticato dallo Stato.
In chiusura, una citazione di Don Lorenzo Milani risuona come un monito:
“Ogni parola che non imparate oggi è un calcio nel culo che prenderete domani.”
E allora, forse, è il momento che il Molise smetta di prenderli, e cominci – finalmente – a restituirli.
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