Ignazio La Russa, Presidente del Senato e seconda carica dello Stato, ha nuovamente oltrepassato il limite. Con le ultime uscite pubbliche contro i referendum, La Russa ha imboccato una strada pericolosa: quella della delegittimazione della volontà popolare, in nome della propria ideologia e militanza.
Ma può un Presidente del Senato fare propaganda contro un referendum?
La Costituzione non vieta espressamente a chi ricopre una carica istituzionale di esprimere opinioni. Ma politicamente e istituzionalmente no: non deve farlo. Il Presidente del Senato, secondo l’art. 63 della Costituzione, presiede l’aula di Palazzo Madama e ne garantisce il corretto funzionamento, rappresentando tutti i senatori, di qualsiasi schieramento politico.
Il suo ruolo è per definizione super partes: non è un ministro, non è un leader di partito, non è un opinionista.
Quando La Russa prende posizione contro uno strumento previsto dalla Costituzione, come il referendum abrogativo (art. 75), viene meno alla sua funzione di garante istituzionale. Il referendum è il più alto strumento di democrazia diretta previsto dalla nostra Carta. È la voce dei cittadini che si esprime al di sopra dei partiti. Osteggiarlo significa osteggiare il principio stesso della sovranità popolare (art. 1: “la sovranità appartiene al popolo”).
Quando La Russa attacca il referendum, non sta solo esprimendo un’opinione, ma sta sabotando il diritto del cittadino di decidere. È come se l’arbitro si mettesse a giocare con una delle due squadre.
La Russa non è nuovo a posizioni divisive. Ex dirigente del Movimento Sociale Italiano, partito neofascista, e fondatore di Fratelli d’Italia, ha spesso mostrato nostalgia per la retorica dell’uomo forte. Le sue simpatie per il Ventennio non sono una leggenda: sono dichiarazioni pubbliche, foto con busti del Duce, ricordi orgogliosi del padre Antonino, segretario del PNF (Partito nazionale fascista).
Chi garantisce più l’equilibrio tra i poteri se le figure di vertice tradiscono il loro mandato di imparzialità?
Il punto non è cosa pensa La Russa (che conosciamo perfettamente), ma cosa rappresenta La Russa. È Presidente del Senato. Rappresenta l’intero Parlamento. Rappresenta – o dovrebbe rappresentare – lo Stato democratico, non un partito o una corrente ideologica. Il suo attacco ai referendum è un attacco alla democrazia diretta, e una ferita grave al patto costituzionale.
Se le istituzioni si comportano come fazioni, chi difenderà i cittadini?
La Russa, dimettiti. Non sei in grado di rappresentare le Istituzioni di un Paese democratico e Antifascista.
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