Nel nome di Pasolini. A Venafro il Premio per chi non ha paura di scrivere la verità
Presso la suggestiva Palazzina Liberty, il pensiero e la parola di Pier Paolo Pasolini torneranno a vibrare grazie alla prima edizione del Premio Nazionale Letterario e Giornalistico a lui dedicato, promosso da Dioghenes APS – Antimafie e Antiusura, con il patrocinio del Comune di Venafro.
Un premio che vuole essere molto più di un riconoscimento: una presa di posizione. Perché scrivere, oggi come allora, può fare paura. Perché difendere la verità, oggi come allora, può essere scomodo. E perché ricordare Pasolini non significa solo omaggiare un poeta o un regista, ma schierarsi con chi non ha mai taciuto.
Le sezioni del premio
Il concorso si articola in due sezioni:
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Letteraria, aperta a opere pubblicate nel 2024 che affrontino tematiche sociali, politiche o culturali con linguaggio critico e innovativo.
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Giornalistica, riservata a inchieste pubblicate tra il 1° gennaio 2024 e il 31 marzo 2025, su testate registrate (cartacee o digitali).
I lavori vanno inviati entro il 18 luglio 2025 all’indirizzo dioghenesaps@gmail.com. È prevista una quota simbolica di partecipazione di 20 euro.
I riconoscimenti
Il premio prevede:
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una targa commemorativa e 150 euro per ciascun vincitore;
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due menzioni speciali:
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“Salvador Allende”, per l’opera più impegnata sui diritti e la giustizia sociale;
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“Joe Marrazzo”, per l’inchiesta più incisiva in ambito antimafia.
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Chi era Pier Paolo Pasolini
Poeta, scrittore, regista, giornalista, sceneggiatore, intellettuale dissidente. Pier Paolo Pasolini è stato – e resta – una delle voci più lucide e spietate dell’Italia del Novecento. Nato a Bologna il 5 marzo 1922, cresciuto tra il Friuli e Roma, è stato autore di romanzi, saggi, film e articoli che hanno sviscerato il cambiamento antropologico del Paese, denunciandone le ipocrisie, la mutazione culturale indotta dal consumismo, e le connivenze tra potere, Chiesa e media.
Pasolini ha avuto il coraggio di scrivere ciò che molti non osavano nemmeno pensare. Come quando, nel 1974, pubblicò sul “Corriere della Sera” il celebre editoriale “Io so”, un atto d’accusa contro l’omertà del potere e il silenzio sulle stragi di Stato.
Una morte ancora avvolta nel mistero
La sua morte violenta, avvenuta nella notte tra l’1 e il 2 novembre 1975 all’Idroscalo di Ostia, è ancora oggi uno dei più grandi misteri irrisolti della storia italiana. Ufficialmente fu ucciso da Pino Pelosi, ma molte sono le incongruenze, le piste ignorate, le ombre e le verità scomode nascoste sotto il tappeto.
Pasolini non è stato solo assassinato fisicamente, è stato spento perché dava fastidio, perché con la sua scrittura scavava troppo a fondo. E forse, come lui stesso aveva intuito, sapeva troppo.
Un premio per chi continua a disturbare il manovratore
L’11 settembre 2025, Venafro accoglierà scrittori, giornalisti, attivisti e liberi pensatori che, nel nome di Pasolini, continuano a difendere la parola come strumento di resistenza e giustizia.
La cerimonia sarà molto più che una premiazione.
Sarà un atto politico, un invito a non abbassare la voce, a scrivere con coraggio, a resistere all’omologazione.
Perché, come scriveva Pasolini:
“La verità non sta in un solo sogno, ma in molti sogni.”