Un’operazione imponente è scattata all’alba di mercoledì nel cuore dell’area vesuviana. I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, hanno eseguito 21 misure cautelari (19 in carcere e 2 ai domiciliari) che hanno assestato un colpo durissimo al temuto clan Mazzarella.
Tra gli arrestati figura anche Michele Mazzarella, detto “‘o Fenomeno”, ritenuto vertice operativo dell’organizzazione. Secondo gli inquirenti, il clan aveva messo in piedi un vero e proprio sistema criminale radicato in diversi comuni: Napoli, Somma Vesuviana e Sant’Anastasia.
Traffico di droga ed estorsioni: la doppia anima del clan
Le indagini hanno portato alla luce due ramificazioni principali della rete mafiosa:
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Il gruppo De Bernardo-Correale, specializzato nel traffico di sostanze stupefacenti, riforniva le principali piazze di spaccio dei comuni vesuviani.
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Il gruppo Anastasio, dedito a estorsioni sistematiche, vessava imprenditori, commercianti e attività locali, imponendo il pagamento del “pizzo”.
Queste due anime criminali, seppur distinte per operatività, condividevano una logica aziendale: massimizzare i profitti illeciti e garantire la tenuta del potere mafioso sul territorio.
Uno degli aspetti più inquietanti emersi dalle indagini riguarda l’esistenza di un vero e proprio “welfare criminale”. I proventi illeciti non solo arricchivano i boss, ma servivano a mantenere le famiglie degli affiliati detenuti, attraverso pagamenti regolari e forme di assistenza.
Un meccanismo studiato per comprare silenzio e fedeltà, assicurando al clan continuità operativa e protezione interna. Un modus operandi che conferma come il clan fosse strutturato come una vera impresa mafiosa, capace di infiltrarsi nell’economia legale e nel tessuto sociale.
Lo Stato c’è: l’operazione come segnale forte contro la camorra
Questa maxi-operazione rappresenta un segnale forte da parte dello Stato: la camorra può essere colpita e smantellata, anche quando si struttura in modo capillare e sofisticato. Le forze dell’ordine e la magistratura dimostrano ancora una volta che la lotta alla criminalità organizzata non si ferma.
Ma la repressione non basta. Servono strumenti di prevenzione, cultura della legalità, sostegno agli imprenditori che resistono e un sistema che non lasci soli i territori più fragili.
Il blitz contro il clan Mazzarella è una vittoria importante, ma la battaglia per liberare il Vesuviano dalla morsa della camorra è ancora lunga. Occorrono coraggio, unità e un impegno costante per spezzare la catena dell’illegalità e restituire ai cittadini un futuro di libertà e giustizia.
