Antonio Gramsci scrisse che la storia si ripete sempre due volte, la prima in tragedia e la seconda in farsa. Lasciamo ai nostri lettori scegliere come definire la ripetizione, a distanza di poco più di un anno e con attori che coprono l’intero arco (in)costituzionale, di spettacoli sconcertanti che svelano tutta l’ostilità e il disprezzo che tra il tronto e il trigno vengono scagliati contro la stampa.
A gennaio dell’anno scorso Stefano Bonaccini venne a Vasto in occasione della campagna elettorale per le regionali del Partito Democratico e reagì con grida e frasi sprezzanti contro Michele D’Annunzio e Nicola Cinquina, straordinari professionisti della testata giornalistica online ChiaroQuotidiano. Accanto a lui Luciano D’Amico, allora candidato presidente del “campo largo” e oggi consigliere regionale di opposizione, che mostrò di divertirsi di fronte la scena.
La settimana scorsa il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis era in Abruzzo. Ad una domanda di Daniele Cristofani, giovanissimo cronista di Rete8 e Il Centro, ha reagito con volgarità e disprezzo arrivando a dire che di fronte la stampa che non si accuccia ai suoi desiderata si tocca i coglioni, rincarando la dose alla replica di Cristofani (sacrosanta e che è base del giornalismo) che le notizie sono notizie. Accanto a lui Marco Marsilio, governatore in quota Fratelli d’Italia riconfermato l’anno scorso, che mostra di divertirsi esattamente come l’anno scorso D’Amico.
Ribadiamo ogni frase, ogni concetto, ogni virgola del nostro articolo in cui l’anno scorso abbiamo espresso solidarietà e vicinanza a due straordinari colleghi la cui correttezza e professionalità sono esemplari.
Le domande sono domande sempre, la stampa non si accomoda e non concorda
Abbiamo raccontato in questi giorni come è finita la vicenda del nostro accesso civico alla Sasi (il cui allora presidente era espressione del PD) e come il blocco finale è arrivato dopo l’ultimo intervento del Difensore Civico Regionale Avv. Umberto Di Primio, espressione di Fratelli d’Italia.
Sasi, conclusa l’era Basterebbe. Ma i documenti pubblici non possono essere resi pubblici
Solo negli ultimi mesi in questa regione c’è stata l’azione giudiziaria partita dall’Amministrazione Comunale di Avezzano contro un giornalista di Site.it (tutti i dettagli sul sito della testata, vicenda che abbiamo riportato in precedenti articoli) e lo striscione di minacce, tentativo di intimidazione, contro Gianluca Lettieri di Il Centro. Se tornassimo indietro negli anni tra striscioni contro “giornalisti terroristi” a Rancitelli nel 2020 per vicende e denunce che siamo stati anche noi tra coloro che le hanno documentate e pubblicate, aggressioni (anche a Rancitelli), pressioni politiche e tanto altro l’elenco sarebbe infinito.
Il 2025 ha visto anche, probabilmente unicum persino a livello nazionale, il filtraggio di un evento pubblico che – per desiderata degli organizzatori – non è stato reso pubblico, da nascondere anche a parte della stampa. Mentre il comunicato post, con galleria di foto in cui erano tutti sorridenti e in posa, è arrivato a tutta la stampa, anche quella filtrata prima. Evento con l’ex ministro Speranza organizzato a Vasto dal Partito Democratico, ci riferiscono l’assessore (oggi anche responsabile lavoro e diritti civili del PD stesso, sui diritti civili lasciamo a chi legge ogni valutazione…) Paola Cianci. Ci giunge voce che sarebbero stati addotti motivi di sicurezza, alla luce di alcune violente contestazioni subite dall’ex ministro nel recente passato. Ma, con una rapida ricerca sui social, si apprende che per esempio una settimana circa prima di Vasto la presentazione è avvenuta a Caserta e c’è stata evidenza pubblica precedente.
Un’aggiunta è doverosa su questo. Premettiamo e ribadiamo: nel giornalismo non esistono “penne amiche”, quello è altro che probabilmente piace tanto ad alcuni che di maestà vedono solo se stessi e contemplano il mondo in due dimensioni, i loro e il resto del mondo nemico. Non siamo mai stati amici dei palazzi e di poteri di ogni tipo, ad ogni livello. Ma ci sono anche a Vasto persone impegnate in politica (in vari ruoli e a vari livelli) che conoscono il dovere del rispetto e della disponibilità, anche del dissenso e del ruolo della stampa. C’è chi si comporta come raccontato, chi cambia orientamento nei confronti di chi detiene il potere, non parla ed esprime pure fastidio con avvertimenti “saporiti” perché si parla di temi di rilevanza sociale su queste pagine) e chi, senza pretendere nulla (che siano pubblicazioni anche di eventi menate o accomodanti leccate, ogni riferimento NON è puramente casuale), risponde a domande, invia comunicati, permette persino di raccontare qualcosa di positivo e bello (sembra assurdo ed incredibile, è più di un miracolo, ma accade, e su queste pagine tante volte l’abbiamo raccontato). Anche dell’area di governo vastese, nonostante non siamo mai stati teneri e accomodanti sin dalle prime settimane. Chi invece ignora che si può fare non si accorge che non ci sono “penne amiche” (eppur dovrebbe) e che c’è chi rispetta tutti e tutti considera nella stampa.
Ci comportiamo di conseguenza, oggi e in futuro, su questa e future occasioni. Non è accettabile, rispettoso, anche della semplice dignità personale e professionale pensare – come a quanto pare più di qualcuno (ogni riferimento a personaggi, attivisti, finti amici, veri nemici, ipocriti, associazioni, partiti, ecc. non è casuale) fa – che si esista o non esista ad intermittenza, che si scatti sull’attenti pronti a pubblicare a comando. In questa città dove su tanto tutti sanno ma nessuno parla, in cui tutti sanno tutto ma nessuno afferma di sapere, in cui il jukeboxismo, la strumentalità, il tirare a campare, il mollare sempre ogni incombenza ad altri, in cui vige il ponziopilatismo, l’amichettismo e tanto altro – per poi puntare il dito, giudicare, insultare, tirare fango e anche altri materiali meno profumati, sparlare per vigliaccheria e chiacchiericcio da cicisbei e comari pettegoli – non esista dai social in giù invece questo rispetto, questa minima considerazione della dignità professionale, personale, sociale e politica per quanto ci (e mi sia permesso mi) riguarda è fin troppo evidente.
Democrazia alla carbonara (ma non è il piatto di pasta romano)
In quest’articolo abbiamo ripercorso anni di non risposte, di accessi civici e non solo ignorati, di vicende che (anche nel disinteresse di chi oggi avverte in maniera “saporita”) abbiamo documentato e approfondito senza fare sconti. Con due riferimenti all’attualità dei mesi scorsi, passate sottotraccia, una finita nel dimenticatoio dopo due giorni (come se un crollo in un edificio storico sia cosa da poco e festival dell’estate scorsa non sono più “bollenti”), l’altra su cui sottovoce qualcosa sussurrato ci è giunto. Ma senza conferme, reazioni, genitori che concretamente siano stati disposti ad esporsi e ad esporre. Come se pagare (come si asseriva in una lettera pubblicata da un’altra testata online mesi fa e su cui mai c’è stato riscontro o smentita) un servizio per i bambini non attivo sia cosa da nulla.