SOMMA VESUVIANA – Un matrimonio celebrato con fasto e fragore ha attirato l’attenzione pubblica, e non solo per l’abito della sposa o per la location. A far parlare è stato l’ingresso in chiesa sulle celebri note della colonna sonora de Il Padrino, capolavoro cinematografico che racconta la saga mafiosa della famiglia Corleone.
Una scelta musicale tutt’altro che casuale, soprattutto se ad accompagnare la marcia nuziale è stato un membro della famiglia Porricelli, nome già noto alle cronache giudiziarie.
Lo sposo, infatti, è figlio del noto “Sette Pistole”, personaggio più volte coinvolto in indagini e condannato per associazione camorristica. E non finisce qui: è anche fratello di Antonino Porricelli, condannato per affiliazione al clan Fabbrocino, una delle storiche organizzazioni camorristiche radicate nell’area vesuviana.
Porricelli Francesco, lo sposo, è lo zio del consigliere comunale Daniele Esposito eletto al consiglio comunale a Somma Vesuviana in quota Movimento 5 Stelle.
In questo contesto, la scelta del tema musicale de Il Padrino – simbolo cinematografico dell’onorata società – appare più che discutibile, sollevando interrogativi sulla responsabilità del parroco e sul messaggio simbolico lanciato alla comunità.
Chi è la sposa? Nessun legame con clan camorristici
A rendere ancora più chiacchierato l’evento è stata la presenza della famiglia della sposa, i D’Avino, conosciuti imprenditori locali, attivi in diversi settori. Importante chiarire: nessun legame tra questa famiglia e l’omonimo clan camorristico D’Avino, pure attivo nel vesuviano. Nonostante ciò, il connubio tra due cognomi tanto noti – uno in ambito imprenditoriale, l’altro in quello criminale – ha destato attenzione.
Ad alimentare ulteriori sospetti, la presenza e la recente frequentazione di un altro fratello dello sposo, anche lui con precedenti penali, visto in compagnia di un pluripregiudicato affiliato a un sodalizio criminale attivo nei comuni vesuviani.
Questo soggetto, secondo fonti investigative, avrebbe legami con il clan Correale De Bernardo, recentemente colpito da una maxi operazione condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna, sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia.
Scegliere Il Padrino come colonna sonora per una cerimonia religiosa non è solo una caduta di stile: in un territorio martoriato dalla presenza della camorra, è una provocazione, se non un messaggio in codice. A chi? Alla comunità? Agli avversari? O, più probabilmente, a sé stessi, per riaffermare una “cultura” del potere e dell’intimidazione?
In fondo, nessuno sceglie la famiglia in cui nasce. Ma il marito, sì. E in questo caso, la sposa ha scelto un Porricelli. Un cognome che, tra sentenze e note musicali, continua a far rumore.
LA REPLICA SU FB: