La pedopornografia dilaga sul web, online sono sempre maggiori le autostrade per i traffici dei pedocriminali. I numeri sono immensi, enormi, una voragine che appare infinita e avvolge tutto il globo, Italia e Europa hub mondiale di mafie e trafficanti di ogni tipo. Dietro ogni numero una vita devastata, un bambino che rimarrà segnato per tutta la vita, lacrime, dolore, sofferenze, violenze, abusi indicibili, irraccontabili. Di bambini sempre più piccoli, persino neonati. Don Fortunato Di Noto e Meter, nel silenzio connivente e complice e nel negazionismo (ancor più connivente e complice) di tanti lo denunciano ripetutamente – come abbiamo riportato in molti articoli presenti nel nostro archivio – da oltre trent’anni.
Su piattaforme come Telegram e Signal esistono gruppi e chat che già dal nome fanno rabbrividire, terrorizzano, si sta male e vien da vomitare, si è sconquassati dentro a leggere l’inferno disumano perpetrato. L’intelligenza artificiale sta aumentando queste autostrade, sta regalando ai pedocriminali ancora più opportunità.
Il 12 maggio scorso Meter ha pubblicato l’organigramma delle pedomafie, studiato e realizzato dall’associazione già nel 2000 ma drammaticamente attuale. «La rete della criminità contro i minori è un sistema strutturato e insidioso. Attraverso l’organigramma elaborato da Meter, emergono i legami tra i diversi livelli di abuso, sfruttamento e diffusione del male, soprattutto online – sottolinea l’associazione di don Fortunato Di Noto – Questo schema descrive non solo chi commette crimini contro i minori, ma anche le dinamiche, i ruoli e i mezzi attraverso cui si perpetua la pedøpornografia e l’adescamento. È uno strumento di lotta, di conoscenza e di difesa dei più piccoli».
«Sempre più minori adescati con l’intelligenza artificiale» ha denunciato l’associazione il 21 marzo scorso. «Meter ha riscontrato un numero crescente di contenuti creati con l’intelligenza artificiale, utilizzati per manipolare e ingannare i più giovani. In particolare, nei gruppi e nelle chat di piattaforme come Telegram e Snapchat, i minori spesso si trovano coinvolti in situazioni di rischio, non rendendosi conto che le immagini di loro coetanei con cui interagiscono sono in realtà state generate artificialmente da pedopornografi. Questo porta a uno scambio inconsapevole di foto compromettenti, alimentando ulteriormente il materiale utilizzato da reti di pedofili – ha sottolineato l’associazione in un comunicato stampa – Meter evidenzia anche il pericolo rappresentato dalle ChatBot, programmi di intelligenza artificiale in grado di simulare conversazioni realistiche e adattarsi al linguaggio e al comportamento dei minori. Queste chatbot utilizzano algoritmi avanzati di comprensione del linguaggio naturale e tecniche di apprendimento automatico per instaurare un rapporto di fiducia con i ragazzi».
«I produttori di pedopornografia sono già all’opera per la produzione di materiale (video e foto) con l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale – ha denunciato l’estate scorsa Meter – il materiale prodotto, già immesso nel dark web e deep web ed è a disposizione dei pedofili». Si hanno già conferme «che l’AI permette di realizzare ‘false rappresentazioni’ di abusi sui bambini e così immetterli nel mercato pedocriminale – ha dichiarato don Fortunato Di Noto – ciò non toglie che l’AI apporterà vantaggi per l’umanità, ma da più parti emerge l’allarme per l’utilizzo improprio con conseguenze negative provocando sempre più problemi a danno della stessa specie umana e non solo».
Ieri mattina è stato presentato il primo dossier sull’intelligenza artificiale e la pedopornografia di Meter. È possibile leggerlo integralmente qui https://associazionemeter.org/wp-content/uploads/2025/06/dossier_ai_2025_web.pdf
«L’IA, Intelligenza artificiale, è la nuova frontiera della pedofilia e pedopornografia: chi abusa si rivolge a chatbot, sistemi che interagiscono online con i minori, con l’obiettivo di avere un contatto più intimo. Non solo: è possibile “spogliare” i bambini (2.967 caduti in questa rete solo nella prima metà del 2025) e farli agire dentro situazioni di abuso grazie al deepfake, le immagini truffa – denuncia Meter – Le foto deepfake (e i video) potenziano la produzione e aprono ad una drammatica svolta: la “normalizzazione” dell’abuso perché in fondo sono immagini virtuali, non ci sono vittime fisiche dunque non è un crimine».
«Non mancano online applicazioni e software che permettono di spogliare i bambini o creare situazioni per nulla innocenti, tutto questo partendo da fotografie magari scattate durante momenti di gioco, sport, feste. La macchina virtuale sovrappone ai vestiti un «corpo» modellato pezzo per pezzo, dando pose maliziose alterando il contesto dell’immagine. Le violazioni sono tante, dalla privacy alle manipolazioni delle immagini, provocando un danno alla reputazione del minore. Il diritto non è al passo con quanto Meter denuncia – prosegue la denuncia dell’associazione fondata e presieduta da don Fortunato Di Noto – Lo sviluppo dell’IA ha permesso ai pedofili il massimo risultato col minimo sforzo: mentre prima per adescare un bambino dovevano chattare di persona, adesso è possibile reperire un chatbot, cioè un programma che interagisce con i minori, usa il loro linguaggio al fine di creare una relazione empatica ed indurli allo scambio di materiale intimo. L’obiettivo è far sentire il bambino compreso, accettato, complice. In sostanza l’IA può manipolare i minori sfruttando le loro emozioni e convincendoli che in fondo “non c’è niente di male” a spogliarsi o considerare situazioni che di fatto non sono per nulla accettabili».
«Secondo i nostri dati, raccolti dall’OSMOCOP (Osservatorio Mondiale di Contrasto alla Pedofilia di Meter) il sistema di messaggistica più usato è Signal (80%) che peraltro offre crittografia e alto anonimato, seguito da Telegram (canali pubblici e scarsa moderazione), Viber a pari merito con Whatsapp (3%, chat private e gruppi chiusi con comunicazione diretta), per chiudere con Instagram (2% adescando con profili falsi), e altre piattaforme (1% di cloud, forum, darknet) – rileva Meter – La nostra Associazione, dopo aver monitorato Telegram, Signal e Viber, ha in particolare denunciato Signal, che protegge la privacy delle conversazioni e che i pedofili e adescatori trovano perfetta, visto che la crittografia end-to-end utilizzata dall’app conferma il social come il primo ed estremo baluardo della privacy, impossibilitando qualsiasi azione di contrasto al fenomeno. In questo modo è possibile produrre e smerciare – o anche raccogliere – materiale pedopornografico in maniera pressoché indisturbata: solo dall’inizio dell’anno abbiamo segnalato 507 gruppi Signal con immagini sia originali che IA».
«Attraverso questo Dossier Meter vuole denunciare e sollevare una forte presa di posizione della società, della politica e della chiesa, perché norme più uniformi e severe permettano di combattere questo abietto fenomeno – ha dichiarato don Fortunato Di Noto in occasione della conferenza stampa di presentazione del dossier – Offriamo la nostra competenza a Papa Leone XIV nel momento in cui egli annuncia la stesura di una lettera enciclica sull’IA. Anche questo è un fronte che non dev’essere ignorato».