In Italia il sole della cultura è basso. Lo dimostrano i dati allarmanti degli ultimi tempi: in 5 anni, 2.300 librerie hanno abbassato per sempre le saracinesche, complice una profonda e strisciante crisi economica e culturale. In questo settore l’Italia non conosce spaccature: da Nord a Sud sono centinaia le librerie che hanno chiuso i battenti: a Milano ha chiuso la libreria all’interno dell’ospedale Niguarda, a Ragusa la libreria Paolino, a Torino la libreria Comunardi, a Roma la Feltrinelli International, a Napoli le storiche librerie Pisanti e Guida. Un vero e proprio bollettino di guerra, al quale si aggiunge la drammatica vicenda della Libreria “La pecora elettrica” di Roma, data alle fiamme nei mesi scorsi.
Cercare una motivazione a questi dati allarmanti è come trovare il pelo nell’uovo: si potrebbe pensare alla scarsità del numero dei lettori o alla presenza imperante di ebook e pdf, per poi dare la colpa alle grandi catene che lasciano poco spazio alle librerie indipendenti e ai piccoli librai e infine agli acquisti online sui grandi siti e-commerce.
Ma la verità è che senza la presenza di uno Stato che investe seriamente e concretamente sulla cultura, con leggi create per regolamentare il settore, c’è poco spazio per le iniziative che i lettori affezionati possono mettere in campo per salvare la libreria del cuore.
Un passo in avanti è stato fatto con l’approvazione definitiva del DDL “Lettura e Libri”, ma tante sono le polemiche che hanno accompagnato la nascita della nuova legge. E’ tutto da vedere.
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2020-02-18 12:10:08
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