Torniamo a parlare della storia di Ivan Baio, ex dipendente della Isab Lukoil la multinazionale leader nel settore petrolifero a Siracusa. Dopo essere entrato in contatto con alcuni soggetti vicini ai clan Bottaro-Attanasio, Baio ha denunciato alcuni colleghi per spaccio di droga e contrabbando di sigarette, smistate come lui sostiene, proprio presso i pontili dell'Azienda dove Baio ha lavorato dal 2009.
Prima di denunciare tutto all’autorità giudiziaria Baio racconta di essersi rivolto ai propri superiori, per riferire del contrabbando di sigarette, dell’utilizzo e dello spaccio di droga da parte di alcuni colleghi dentro e fuori dall’azienda.
«Ma dopo le mie segnalazioni – spiega Baio – non sono arrivate le risposte che mi aspettavo. Al contrario, sono iniziate nei miei confronti vessazioni, minacce, estorsioni.»
Baio racconta che in azienda lo hanno isolato a seguito delle denunce fatte. «Ho subìto un vero e proprio mobbing, con tanto di demansionamento all’interno dell’azienda, in un clima che si faceva sempre più ostile e avvelenato.» E per tutelarsi ha iniziato a filmare e registrare ciò che avveniva, compresi i colloqui con superiori e colleghi.
Il materiale (documenti, video, registrazioni e foto) è allegato alle numerose denunce fatte presso la procura distrettuale antimafia di Catania e, attualmente, al vaglio degli inquirenti. Riguarda, tra le tante cose, la posizione di Luca Vella operaio in Isab, collega di Baio e cugino di Pasquino Mazzarella reggente del clan Bottaro-Attanasio.
Vella è attualmente sotto processo per minacce ed estorsioni aggravate dal metodo mafioso ai danni di Baio.
«Tutte le violenze da me subìte – aggiunge Baio – in ambito lavorativo sono state sin da subito rese note ai miei superiori, in particolare all’Ing. Claudio Geraci direttore delle risorse umane, al dirigente Giuseppe Artale, al direttore delle raffineria Bruno Martino, al caporeparto Giancarlo Berritta, che sono stati messi al corrente di tutto quello che avveniva in azienda». E continua: «Nonostante le segnalazioni e le mie richieste di aiuto, non ho mai ricevuto né risposte né supporto da parte di nessuno ma, al contrario, ho continuato a subire vessazioni da parte dei colleghi segnalati e atteggiamenti ostili. In particolare – dice sempre Baio – ricordo le parole del mio caporeparto, persona correttissima e grande professionista, che durante una delle registrazioni che sono agli atti mi informava del fatto che l’azienda non avrebbe in alcun modo raccolto le mie richieste di aiuto e che purtroppo lui era impotente pur se vicino al mio dramma personale e lavorativo».
Baio presenta le sue denunce e inizia a dare vita a varie forme di protesta di fronte alla sede dell’Azienda. Nel 2015 arriva il licenziamento e una denuncia che lo vede imputato in un procedimento penale. Nella lettera di licenziamento si parla di «condotta intollerante e grave che intacca irreparabilmente il vincolo fiduciario che deve caratterizzare il rapporto di lavoro.»
La causa lavorativa è tuttora in corso, è necessario aggiungere che i vertici della multinazionale prima di arrivare al licenziamento avevano offerto al proprio dipendente cifre importanti a condizione di lasciare il lavoro e rinunciare alle denunce. Proposte economiche rifiutate da Baio che ha sempre chiesto solo di essere reintegrato nel proprio posto di lavoro, in quanto – secondo il suo punto di vista – ingiustamente licenziato. Nella causa lavorativa in corso, l’azienda ha presentato tra i propri testimoni anche quel Luca Vella, indagato anche per detenzione di stupefacenti e tuttora in organico.
Tra il materiale in possesso di Baio desta particolare interesse un video registrato con il suo cellulare (che abbiamo pubblicato). Le immagini, secondo Baio, sono state mostrate ai dirigenti dell’azienda e sono allegate alle denunce presentate e rese pubbliche su Facebook.
Nel video, datato 29 aprile 2014 e reso pubblico nel 2017, dopo il rinvio a giudizio di Vella, si vede Baio recarsi presso il pontile sud dell’azienda per acquistare sigarette di contrabbando da alcuni colleghi.
Abbiamo contattato uno dei responsabili della multinazionale, l'ingegnere Claudio Geraci direttore delle risorse umane. Geraci, legittimamente, non ha voluto rilasciare una vera e propria intervista alla nostra testata «perché – ha spiegato – il caso è oggetto di diversi procedimenti giudiziari». Ma ha comunque risposto ad alcune domande. La conversazione è avvenuta tramite uno scambio di messaggi.
Come mai, a seguito delle segnalazioni ricevute, l’azienda non ha denunciato alle autorità competenti il contrabbando di sigarette che sembrerebbe avvenire (almeno dal video prodotto da Ivan Baio) presso i pontili?
L’ingegnere ha spiegato che «vi è un sistema di videosorveglianza h24 dalla Capitaneria di porto e sotto costante sorveglianza della GdF», aggiungendo che «ogni segnalazione supportata da elementi probanti sia da parte di singole persone che dell’azienda sono state sempre perseguite in modo severo».
Abbiamo chiesto delucidazioni in merito al video prodotto da Baio. L'ingegnere Geraci, ringraziandoci per questa condivisione, spiega il suo punto di vista: «personalmente è la prima volta che lo vedo, immagino sia già in possesso delle autorità inquirenti. Provvederò a trasmetterlo anche io». È lo stesso ingegnere che, poi, ci ricontatta. E ci informa di aver chiesto una immediata verifica all’ufficio legale dell’azienda. «Le posso confermare – ha continuato il dirigente della Isab – che il video è stato ricevuto da altro dipendente Isab il 21 luglio del 2018 ed è stata presentata regolare denuncia alla polizia di Stato in data 25 luglio 2018.»
Abbiamo contattato Ivan Baio che, però, ci racconta un’altra versione. La sua. Ci dice di aver immediatamente mostrato il video (che potete vedere) al dirigente Artale e al suo superiore Barritta già nel 2014 e di essere certo che lo stesso Geraci ne sia stato informato tempestivamente. «Pochi giorni dopo sono stato convocato nell’ufficio di Claudio Geraci, alla presenza di Artale e Barrita. In quell’occasione mi veniva chiesto quali fossero le mie richieste e di cosa mi lamentavo. Ho fatto presente ai miei superiori che continuavano minacce e vessazioni nei miei confronti e che ero stato demansionato, chiuso in uno stanzino senza fare niente tutto il giorno, trascorrendo il mio turno a leggere il giornale. Abbiamo poi parlato – dice sempre Baio – del contrabbando di sigarette e dello spaccio di droga e a quel punto l’ingegnere Geraci mi consigliava caldamente di recarmi a denunciare presso le autorità preposte data la gravità dei fatti da me esposti.»
Baio ribadisce che nessun provvedimento è stato preso dall’azienda nei confronti dei lavoratori chiaramente riconoscibili nel video mentre smerciano sigarette di contrabbando presso il pontile della Isab.
E in merito al video? Baio smentisce la versione del dirigente con uno screenshot, relativo ad uno scambio di messaggi. La data è quella del 21 luglio 2018 (nella foto in basso). Tra i vari messaggi c’è proprio il video registrato dal cellulare di Baio della durata di 4 minuti e 13 secondi. L’ingegnere sostiene che il video «è stato ricevuto da altro dipendente Isab…», mentre Baio sostiene che è stato lui ad averglielo inviato.
Racconta ancora Baio che, proprio dopo quel video (già nel 2014), sono iniziati per lui gravi problemi in azienda e un calvario lavorativo e personale che prosegue ancora oggi. «Un percorso aggravato dalla perdita del lavoro e da un procedimento penale», a seguito della denuncia da parte della Isab per una manifestazione di protesta posta in essere di fronte ai cancelli dell’azienda nel 2017. In quell’occasione Baio era insieme alla madre settantenne.
Avremmo voluto chiedere al responsabile dell’azienda ingegnere Geraci come mai non siano stati presi provvedimenti nei confronti di quei dipendenti che, come si vede dal video, utilizzano i pontili per il contrabbando delle sigarette, avremmo voluto chiedere come mai tra i testimoni a favore della Isab compare quel Luca Vella indagato per estorsione e minacce aggravate dal metodo mafioso ai danni di Ivan Baio.
Avremmo voluto chiedere come mai Luca Vella è tuttora un dipendente Isab pur essendo stato arrestato con l'accusa di droga (uso personale). Condannato in primo e secondo grado, nel 2005, e poi assolto in Cassazione. Accusa mossa proprio nei confronti di Vella da Ivan Baio che invece è stato licenziato senza possibilità alcuna di essere reintegrato.
Tante domande rimaste in sospeso.
Restiamo naturalmente a disposizione per raccogliere la versione dei vertici Isab in qualsiasi momento.
«Le denunce a mio carico per essermi incatenato ai cancelli della Isab nel 2017 sono arrivate a processo. Su quelle del 2018 relative al contrabbando di sigarette è calato il più assoluto silenzio», Ivan Baio è stato ascoltato in commissione parlamentare antimafia il 4 novembre 2019, ma ancora non ci sono state risposte.
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2020-12-02 19:46:01
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