Ascoltaci, ascolta il grido che sale dalla terra. Sono tra le invocazioni più diffuse nelle litanie che la liturgia alza verso il Cielo. La necessità dell’ascolto, si chiede con forza ed insistenza, di essere ascoltati, che la voce del «Popolo di Dio» giunga in alto. Chi sono i privilegiati della Parola, chi è (o almeno dovrebbe) essere il cuore di questo popolo apparirebbe chiaro nelle letture e nelle stesse invocazioni. I più piccoli, le vittime, i più deboli, gli impoveriti. Questo chiedono e scrivono. Un proverbio iraniano afferma che quando si punta un dito contro un altro se ne puntano di più verso se stessi. Parafrasandolo, quindi, quel che si chiede si dovrebbe realizzare ancor di più. Quindi ci si dovrebbe aspettare da chi propone di chiedere ascolto, di ascoltare addirittura un grido (di dolore? i sofferenza?), che sia il primo a farlo. Sarebbe logica, sarebbe normalità. Ma non nel «clan di soli uomini» che governa quel che dovrebbe essere l’italico «popolo di Dio». Ancor di più quando il grido di questo popolo è quello dei più piccoli, degli innocenti, delle vittime.
Dopo lunghe grancasse mediatiche e annunci su annunci in ben due iniziative pubbliche la Conferenza Episcopale Italiana (CEI) ha ampiamente parlato di quel che dovrebbe essere il primo report sugli abusi sessuali, sulla pedofilia, nella Chiesa. Un report pubblico, disponibile sul web. Come abbiamo riportato nei mesi scorsi ci sono stati dubbi, interrogativi, perplessità, denunce di quel che realmente poteva accadere con questo report. Tanto tuonò che piovve e così è avvenuto, come ampiamente previsto – con risonanza anche fuori dall’Italia su cosa c’è e sulla abissale distanza tra i proclami vaticani e del presidente CEI Zuppi e quel che c’è (e non c’è) realmente.
«[…]troviamo un report parecchio più limitato, al limite del ridicolo. Solo due anni, dal 2020 al 2022, con solo i dati degli sportelli Diocesani […]In sintesi si conferma quanto le vittime avevano già potuto apprendere nella scorsa estate attraverso gli incontri avuti con il presidente della CEI Matteo Zuppi e che già all’epoca avevano interrotto per l’assenza di spazi di dialogo da parte della chiesa italiana, nelle proposte per nulla interessata alle vittime. Il report conferma una mera propaganda degli sportelli diocesani, utili alla chiesa, ma pericolosissimi per le vittime, oltre che inutili, come abbiamo già dettagliato in passato. Il vero responsabile resta in Italia lo Stato, l’unico in Europa a non essersi mai pronunciato oltre che inadempiente, come conferma anche il Comitato per i diritti dell’infanzia del l’ONU». Sono questi solo due passaggi della «critica dei sopravvissuti ai limiti del report» pubblicato da Rete L’Abuso pubblicato integralmente qui https://retelabuso.org/2022/11/17/report-cei-la-critica-dei-sopravvissuti-ai-limiti-del-report-ma-i-dati-battono-la-francia/ . «Un report assolutamente deludente, serve alla Cei solo per poter dire di aver fatto qualcosa […]Il report già nasceva male, perché avrebbe dovuto coprire un arco temporale limitato, ovvero dal 2000 a oggi, analizzando i dati provenienti dal Dicastero per la dottrina della fede e dalle diocesi. Ma quello che è stato presentato oggi (ieri per chi legge, ndr) è peggiore del previsto: non venti ma due anni, 2020 e 2021, e solo sulla base dei dati dei servizi diocesani per la tutela dei minori, fra l’altro in piena emergenza Covid, per cui non so quanti abbiano potuto recarsi agli sportelli […]Cosa ne pensano le vittime? Semplicemente non esistono. Non si parla di indennizzi e solo il 14% delle diocesi ha avviato un sostegno psicologico per le vittime, a fronte di 23 case per preti pedofili, dove dicono di curarli, spesso sottraendoli alla giustizia […]» sono alcuni degli stralci dell’intervista di Francesco Zanardi (presidente Rete L’Abuso) a Luca Kocci per Il Manifesto integralmente disponibile qui https://retelabuso.org/2022/11/18/rete-labuso-report-deludente-utile-solo-alla-cei/?fbclid=IwAR0jBknRsTe0-0miRIKYTwgKJwi8sBsygjWxHYUErnEA8i5wJFgtGzmWGe8
La chiesa italiana denuncia gli abusi sessuali come uno ‘scherzo’ dicono i gruppi delle vittime
Abusi nella chiesa, numeri che non convincono
Abusi sessuali: la Cei fra complottismi e cultura dell’ insabbiamento
(Ludovica Eugenio su Adista) https://www.adista.it/articolo/69100
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2022-12-12 11:06:09
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