L’Italia è il Paese dei misteri, dei depistaggi, delle trame. Su tante vicende nei decenni sono scese coltre di complicità, omertà, connivenze, ostacoli alla verità e alla giustizia. In alcune di queste pesantemente sono parte in causa il Vaticano e le sue alte sfere. Tra cui il rapimento di Emanuela Orlandi. Nei mesi scorsi la messa in onda di «Vatican Girl» su Netflix e la pubblicazione di «Vatican Shock» l’ha riportato all’attenzione pubblica.
Nel Parlamento italiano si sta discutendo l’istituzione di una commissione d’inchiesta, il promotore di giustizia vaticano Diddi ha aperto un’inchiesta. La prima dopo quarant’anni in Vaticano. Le ultime settimane, dopo l’audizione di Pietro Orlandi da parte di Diddi, hanno portato ad attacchi contro lo stesso Orlandi.
Al centro frasi durante la trasmissione DiMartedì su cui – come ha denunciato su facebook Pietro Orlandi si sono scatenati alcuni giornalisti, pezzi del mondo cattolico e quello che il fratello di Emanuela Orlandi ha definito in un post un «gioco sporco».
Le ultime settimane hanno visto il susseguirsi di una serie di avvenimenti che dimostrano quanto parlare del rapimento di Emanuela Orlandi e della richiesta di verità su cosa accadde dentro e fuori le mura vaticane è considerato scomodo per tanti e continua ad incontrare ostacoli. L’impedimento al figlio di Pietro Orlandi di entrare allo stadio Olimpico di uno striscione con la scritta «Verità Giustizia Emanuela Orlandi», il diniego del Comune di Roma per un sit in a Piazza Campidoglio (che invece fu concessa dall’allora sindaco Alemanno nel 2012) in occasione dell’anniversario della scomparsa di Emanuela Orlandi e la lettera di minacce e insulti a Pietro sono tra questi.
«Quella sudditanza psicologica nei confronti del Vaticano, che pensavo non esistesse più, è sempre molto presente» è stata l’indignata e amara conclusione di Pietro Orlandi nel post in cui su facebook ha raccontato del diniego del sindaco di Roma Gualtieri al sin in a Piazza Campidoglio. Sit in che, ha precisato Pietro Orlandi, si terrà in altro luogo.
Piernicola Silvis ha incontrato a Vasto gli studenti dell’Istituto Palizzi e del Liceo Pantini-Pudente pochi giorni dopo la denuncia della lettera di minacce e insulti a Pietro Orlandi. Una lettera che su facebook ha scritto appare un chiaro messaggio mafioso.
«Se il Vaticano ha tenuto il segreto per tanti anni è perché la verità è troppo sconvolgente per essere rivelata» la prima riflessione che Silvis ha condiviso con noi. Papa Francesco ha «dato il via all’epurazione di alti prelati accusati di atti di pedofilia, quindi se il rapimento di Emanuela fosse stato dovuto a un atto criminale di un vescovo o di un cardinale, probabilmente sarebbe stato portato alla luce dallo stesso Vaticano» ha dichiarato Silvis alla nostra testata.
La pista pedofila emerge da «Vatican Girl» e nell’audio di Marcello Neroni e negli anni è stata al centro varie volte. Le affermazioni di Neroni, riportate nell’audio pubblicato da Alessandro Ambrosini sul suo blog «Notte Criminale» e da noi ripubblicate a gennaio, dovrebbero essere lasciate alle indagini delle procure italiana e vaticana secondo Silvis. A cosa potrebbero approdare queste inchieste?
«Non lo so, io penso che si arriverà a una mezza verità: forse il corpo di Emanuela, se è morta, verrà alla luce, ma non si saprà mai come, perché e chi l’ha sequestrata e poi soppressa» conclude Silvis.
I NOSTRI PRECEDENTI ARTICOLI
«Sudditanza psicologica dello Stato italiano nei confronti del potere vaticano»
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Il silenzio li ha resi complici, il video
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Vatican shock: le radici oscure del caso Orlandi
https://www.wordnews.it/vatican-shock-le-radici-oscure-del-caso-orlandi
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2023-05-16 11:30:52
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