“Mi sono occupato di Matteo Messina Denaro, o meglio dei delitti che ha commesso Matteo Messina Denaro.
Però vi posso subito anticipare che per quel che mi riguarda, dopo la cattura di Leoluca Bagarella e comunque dopo la cattura di Giovanni Brusca le date sono 24 giugno 1995 Bagarella 20 maggio 1996 Giovanni Brusca, Matteo Messina Denaro è completamente sparito nei miei radar nella misura in cui lui ha finito praticamente di far parte, per quel che almeno io verificavo sul campo con le mie investigazioni, di quella fazione di cosa nostra che aveva deciso di portare la guerra nel cuore dello Stato cioè di sfidare lo Stato. Matteo era stato certamente uno degli artefici, ha avuto un ruolo fondamentale in tutta questa vicenda e probabilmente una delle due o tre menti operative e organizzative delle stragi del ’93, le stragi di Firenze Milano e Roma.
Ma a un certo punto credo che abbia capito, quando abbiamo prima arrestato Bagarella e poi comunque Giovanni Brusca, che non gli conveniva fare il capo di cosa nostra o quantomeno di quella cosa nostra.
Quindi ha stipulato un patto emerso di non belligeranza con Bernardo Provenzano, si è “rintanato” ma non è un termine corretto nella sua provincia a Trapani dove era certamente più coperto, ha fatto quella che io definisco un’opera di sommersione criminale ma di emersione sociale e questo l’ha fatto diventare ricco, perché a quel punto già era più difficile lavorare su uno dei vertici di cosa nostra, perché non ha smesso di essere un mafioso attenzione, che non era più operativo sul operativo sul piano criminale sul campo con omicidi estorsioni azioni bombe e così via.
E dall’altro lato ha cominciato a investire in affari in tutte le categorie che quel territorio gli offriva, quindi eolico grande distribuzione turismo e commercio, ed è diventato ricco.”
– spiega così Alfonso Sabella quel Matteo Messina Denaro che si è ritrovato nel suo periodo di lavoro a Palermo.
Del suo periodo di lavoro a Palermo e Genova e su temi di attualità abbiamo parlato e approfondito nell’intervista fatta con la rubrica “Informazione Antimafia” ad Alfonso Sabella.