Dopo aver pubblicato nei giorni scorsi i dati relativi al gioco d’azzardo nel 2021 e nel 2022 facciamo qualche domanda a Filippo Torrigiani già assessore e consigliere del Comune di Empoli, consulente della Commissione Parlamentare Antimafia e Cavaliere ed Ufficiale della Repubblica italiana per benemerenze acquisite verso la nazione.
Filippo Torrigiani sei stato nelle precedenti legislature ed in questa consulente della commissione parlamentare antimafia e nel corso della tua esperienza ti sei specializzato nel gioco d’azzardo. In queste giornate abbiamo pubblicato i dati relativi al gioco d’azzardo del 2021 e 2022 in Italia pubblicati dall’Agenzia Dogane e Monopoli e ripresi da Avviso Pubblico e abbiamo notato l’incremento delle scommesse nel 2022. Per chi non segue questo ambito e per chi non è pratico nella lettura dei dati, cosa ci dicono questi numeri?
Gli studi che abbiamo realizzato ci dicono, soprattutto, che questo sistema, per com’è strutturato, non è più sostenibile. Il fenomeno dei giochi e delle scommesse, attraverso un’ascesa pressoché irrefrenabile, ha assunto oramai da anni dimensioni di volumi di denaro impressionanti, che in più di un’occasione hanno dato e danno luogo a fenomeni degenerativi di natura economica e sociale. E tuttavia, per avere piena contezza di cosa significa l’azzardo, mettiamo all’attenzione alcuni dati: nel corso del 2021 sono estremamente preoccupanti. In questo anno, infatti, la raccolta del gioco in Italia ha sfiorato i 110 miliardi di euro (tot. Giocato 110.883.170.782 €) con una perdita netta per i giocatori di 15.412.231.206 € e tutto questo con punti gioco chiusi e SLOT e VLT disconnesse per circa 8 mesi a causa delle chiusure imposte dalla pandemia. E ancora: nell’arco temporale 2011–2021 il volume di denari veicolati nei vari canali di gioco è stato di 1,03 trilioni di euro.Nell’anno 2023 la raccolta (il giocato) ha sfiorato i 150 miliardi: + 14 miliardi rispetto all’anno precedente.Si tratta, con ogni evidenza, di decadimenti che penetrano il tessuto dei territori in varie forme: creano dipendenza patologica tantoché, con nota ufficiale, l’Istituto Superiore di Sanità ha stimato che in Italia l’azzardo rappresenti un’attività che coinvolge una popolazione di circa 5,2 milioni ‘abitudinari’ di cui circa 1,2 milioni sono considerati problematici, ovvero con dipendenza; dette circostanze impoveriscono il tessuto economico e talvolta rappresentano un veicolo d’infiltrazione per gli interessi malavitosi che, attraverso pratiche di riciclaggio, usura e imposizione traggono importanti guadagni.
È impossibile non notare l’aumento notevole del gioco d’azzardo online in confronto a quello fisico. Perché avviene questo spostamento?
La crescita dei giochi online è sostanzialmente riconducibile al c.d. fattore ‘pay out’ ovvero il ritorno in vincita ai giocatori molto più alto di quello previsto nei giochi ‘fisici’, es: il ritorno in vincita sulle AWP (Le Slot tradizionali) è del 65% del giocato, mentre su alcuni giochi online è di oltre il 90%
Quanto è sicuro il gioco online?
Non quanto sembra per due motivi:
1) i sistemi informatici, ancorché protetti, mostrano molteplici fragilità per mezzo delle quali si possono alterare i giochi
2) la disciplina dell’online non è uniforme a livello comunitario e questo fa sì che talvolta i giocatori si trovino a scommettere, inconsapevolmente, su piattaforme non autorizzate nel nostro paese.
Nella “classifica” delle regioni troviamo che si sono giocati più soldi in Lombardia e subito dopo in Campania. Non c’è la possibilità, essendo ormai accertata la presenza della criminalità organizzata in tutte e due le regioni, che questi numeri in un certo senso favoriscano le mafie?
Tutto purtroppo è riconducibile a scelte di carattere politico che nel corso degli anni si sono curate molto di accrescere l’offerta dell’azzardo, senza tuttavia organizzare un sistema immunitario altrettanto robusto in grado di contrastare le degenerazioni che poi il sistema avrebbe prodotto. Intanto va detto che la vocazione imprenditoriale delle associazioni malavitose sempre più manifesta ha sovrastato il sillogismo circa la distinzione tra gioco legale e illegale: questa distinzione, per quanto concerne i fenomeni inerenti al circuito usuraio, non tiene più. L’equazione secondo cui con l’espansione del gioco legale viene debellato il fenomeno di quello illegale è purtroppo ed abbondantemente superata dagli eventi.Per anni ci è stato raccontato che, se lo Stato avesse gestito in maniera diretta il Comparto dei giochi, si sarebbero debellati tutti quei fenomeni degenerativi che l’azzardo produce a tutto beneficio delle casse erariali. In realtà non è così poiché:1) il mercato dell’illegale prospera su di un binario parallelo difficilmente quantificabile;2) all’esito di molteplici indagini realizzate dagli inquirenti, è stato acclarato che maggiore è l’offerta anche del gioco lecito e più semplice è per le consorterie malavitose fare affari;3) i numeri dei malati da patologia da gioco in carico ai servizi sociali e sanitari non rendono purtroppo l’idea della disperazione che la dipendenza produce;4) per contrastare tutta questa serie interminabile di degenerazioni che il gioco produce, occorre una considerevole quantità di soldi che, i Governi che si sono succeduti, non hanno mai voluto quantificare e che andrebbero invece «scomputati» dai denari che vengono inseriti a bilancio classificati come proventi dei giochi.
La criminalità organizzata ha interesse nell’investire e nel riciclare denaro tramite il gioco d’azzardo? Se la risposta è “SI” ci può dire sommariamente quanto il loro operato potrebbe influire in questi dati?
Che le consorterie mafiose abbiano importanti interessi nel mercato dei giochi è un assioma. Più difficile è quantificarne e computarne la portata: sono anni, ad esempio, che il sottoscritto richiama la necessità di realizzare presso il Ministero dell’Interno un database dove annoverare tutti gli episodi di matrice delinquenziale realizzati dalla malavita organizzata nel gioco lecito e illecito, ma ad oggi non siamo a niente.
In questi centinaia di miliardi di euro spesi dai cittadini italiani per giocare, quanto incassa lo Stato Italiano?
Rispetto alla ‘raccolta’ ovvero ai denari veicolati nei canali di giochi e scommesse, i soldi che restano nelle casse dell’erario, sono una cifra assolutamente sproporzionata.
In base ai tuoi studi cosa prevedi nei dati che verranno pubblicati inerenti al 2023?
Che i volumi di soldi giocati sfioreranno i 150 miliardi di euro: questo significa che il gioco contribuirà ancora e di più ad alimentare quel percorso di deriva viziosa della ‘povertà indotta’.
Grazie per la disponibilità. Buon lavoro!
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