La comunicazione ci ha fatto percepire che il nostro grande problema fosse l’invasione di migranti per cui si è indirizzata l’opinione pubblica a ritenere il principale problema italiano quello di fermare l’immigrazione. Il fatto che oltre 400.000 italiani, molti con istruzione superiore, laurea e dottorato, andasse via veniva riportato come un aspetto secondario. Eppure la perdita di un simile patrimonio culturale, formato sul nostro territorio, rappresenta un vulnus importante per le prospettive future.
Perché tanti italiani emigrano? Sicuramente per i bassi salari, cosa comune a tutti i lavori nel nostro Paese e ancor più per le professioni intellettuali, per la precarietà crescente, per la mancanza di prospettive, per il definanziamento dell’università e della ricerca. In Italia l’università assorbe lo 0,9% del Pil mentre la media dei Paesi OCSE è di 1,45. Si sono persi 12.000 posti nell’università.
Una notevole accelerazione alla decadenza si è avuta dopo la crisi finanziaria del 2008, determinata da speculazioni criminali del capitale.
Mi chiedo: è del tutto casuale quello che succede o esiste una strategia precisa di defunzionare e rendere poco attraente o poco possibile le carriere intellettuali/universitarie nel pubblico per favorire una evidente privatizzazione anche del sistema universitario? Aumentano i finanziamenti pubblici per le università private mentre il pubblico viene sempre più definanziato.
La stessa cosa succede in sanità dove si definanzia il fondo sanitario nazionale mentre si aumenta il numero dei privati convenzionati.
Il meccanismo generale sembra guidato da una identica logica neoliberista. Si devono creare le condizioni perché beni comuni, come salute ed istruzione, devono essere trasformati in merce da cui trarre profitto. La tecnica è quella della rana bollita con un susseguirsi di stop and go.
Nel fare questo pochi si arricchiscono e aumenta la massa di poveri, si frantuma lo stato sociale, si impoverisce culturalmente il Paese e lo si precarizza, si destruttura progressivamente la democrazia per favorire il sorgere di oligarchie.
Si badi bene che questa tendenza riguarda tutti i partiti inglobati in una stessa visione di pensiero unico neoliberista. Sempre più è necessario un pensiero nuovo che possa fare da volano ad una politica diversa ed evitare questa deriva di nuovo fascismo.
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