La donazione è una scelta di civiltà che testimonia una piena adesione ai principi di solidarietà cui si ispira la Carta costituzionale.
Donato Marra
Nei momenti di riflessione, ci si ritrova a pensare al destino del proprio corpo dopo essersi congedati per sempre dalla vita terrena. È semplice e fin troppo riduttivo limitarsi a un “poco importa, tanto non ci sarò più”, lasciando che sia quel che deve essere. È vero, il corpo seguirà il corso naturale del tempo – cenere alla cenere, polvere alla polvere. Ma esiste un modo per continuare a vivere anche dopo, ed è forse il più potente atto d’amore che si possa compiere: donare parti di sé a chi, grazie a questo gesto, potrà vedere la propria vita rifiorire.
La donazione degli organi rappresenta non solo il cardine dell’eccellenza medica, ma il pilastro portante della solidarietà sociale nel panorama sanitario nazionale. È la forma più nobile di generosità, un gesto capace di salvare fino a sette vite con un singolo donatore. La procedura di espianto, tutt’altro che semplice o scontata, segue un protocollo rigido e controllato che salvaguarda tanto il donatore quanto il ricevente, sotto la severa sorveglianza del Centro Nazionale Trapianti.
Il processo di donazione garantisce così di fatto il massimo rispetto verso il corpo del donatore, che viene trattato con dignità e restituito alla famiglia per gli estremi onori. Ai familiari viene riportato l’esito del trapianto e quanti organi sono stati donati, rispettando sempre l’anonimato del ricevente.
Ad ogni cittadino maggiorenne è data l’opportunità di esprimere la propria volontà di diventare donatore già al momento del rinnovo della carta d’identità presso il proprio Comune, o presso le ASL di riferimento, o attraverso l’iscrizione all’AIDO (Associazione Italiana Donatori di Organi). In assenza di dichiarazione esplicita, saranno i familiari stessi ad effettuare la scelta nel momento decisivo.
La scelta non è definitiva ma è rivedibile in qualsiasi momento. Tutte le dichiarazioni vengono registrate dal sistema Informativo Trapianti (SIT), in questo modo è possibile garantire la tracciabilità della volontà degli iscritti, indipendentemente dalla forma in cui la scelta è stata espressa.
“Le donazioni degli organi è regolata dalla legge n 91 del 1999, che disciplina il prelievo e il trapianto di organi e tessuti. Questa stessa legge garantisce che la donazione sia un atto volontario e gratuito, con il massimo rispetto per i diritti di ogni donatore ricevente”.
Seppure il sistema di donazione si basi su principi etici e morali di trasparenza e gratuità, uno studio recente ha messo in evidenza come nella nostra regione, il Molise, il trend verso questa nobile forma di solidarietà sia in forte declino, con un aumento significativo dei “no” alla donazione.
Le possibili ragioni che spingono a ricusare la scelta sono innumerevoli e complesse, imputabili, probabilmente, a fattori culturali e religiosi intrecciati a paure collegate alla disinformazione o alla non comprensione del concetto reale di morte cerebrale. Così come la convinzione (errata) che i medici non facciano quanto necessario per salvare la vita di un possibile donatore (In verità, ogni medico ha l’obbligo etico e legale di fare l’impossibile per salvare la vita di ogni paziente).
Anche l’età media della popolazione e il livello socio-culturale possono influenzare la scelta. Non ultimo, l’assenza di centri trapianti nella regione e la percezione dell’efficienza del sistema sanitario locale giocano un ruolo importante nella decisione.
La strada verso il cambiamento passa attraverso i cuori prima che attraverso le menti.
Per invertire questa tendenza, potrebbe rivelarsi necessario promuovere il confronto diretto con chi ha ricevuto una seconda possibilità di vita grazie a un donatore, così come dare voce alle testimonianze delle famiglie che, nella tragedia del lutto, hanno scelto di trasformare il proprio dolore in speranza per altri, permettendo a una parte del proprio caro di continuare a vivere in chi ne aveva bisogno.
Contemporaneamente, sarebbero necessari interventi di sensibilizzazione capillare sul territorio, formare il personale sanitario alla comunicazione efficace con le famiglie di probabili donatori, snellire le pratiche burocratiche anche per le procedure di consenso e, infine, coinvolgere attivamente le scuole delle comunità locali.
L’obiettivo per il prossimo futuro è quello di aumentare il numero di donatori attraverso una maggiore sensibilizzazione ed educazione civica: la giusta informazione e la conoscenza reale del valore sociale che assume un gesto di solidarietà, come la donazione di organi, resta il modo più efficace per restituire speranza ai pazienti in attesa di trapianto.
In Italia attualmente si contano circa 55.000 trapiantati viventi. Solo nel 2024 si sono registrati 4462 interventi effettuati con un incremento del 15,1 % in più dell’anno precedente.
L’Italia è al secondo posto, tra i Paesi Europei, con 30,2 donatori per milioni di abitanti, seconda solo alla Spagna.