Nella mattinata di martedì, i Carabinieri e Finanzieri dei rispettivi Comandi Provinciali di Bari hanno eseguito una ordinanza applicativa di misure cautelari personali nei confronti di 15 persone (1 in carcere, 8 agli arresti domiciliari e 6 oggetto di obbligo di presentazione alla p.g.), emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del locale Tribunale su richiesta di questa Procura della Repubblica.
Le persone fermate sono indagate, in concorso tra loro e a vario titolo, per le ipotesi di associazione per delinquere, emissione di fatture false, riciclaggio e autoriciclaggio.
L’operazione costituisce l’epilogo di un’attività di indagine che ha consentito di svelare un sodalizio criminale, con basi logistiche a Bari ed Altamura (BA), che si dedicava a richiedere, senza motivo, l’accesso ai “bonus edilizi” per finti interventi di ristrutturazione immobiliare.
Gli approfondimenti investigative grazie anche al ritrovamento, nel settembre del 2021 durante un controllo eseguito nel Comune di Palo del Colle nei confronti di due degli arrestati, di numerose carte di credito intestate ad altre persone.
Nel dettaglio, secondo l’impostazione accusatoria accolta dal G.I.P., nel periodo da maggio a novembre 2021 l’associazione avrebbe acceduto alle agevolazioni in parola attraverso istanze avanzate sia da soggetti interni all’organizzazione, in qualità di persone fisiche o rappresentanti legali di società per lo più inattive, sia da apparenti clienti delle imprese riconducibili ai principali indagati, ovvero da soggetti estranei al sodalizio criminale ma compiacenti, senza capacità reddituale e patrimoniale, in molti casi gravati anche da precedenti di polizia.
Nel complesso risultano coinvolte 54 persone fisiche e 8 società, quest’ultime segnalate per i connessi profili di responsabilità amministrativa dipendente da reato.
I riscontri investigativi, consistiti principalmente in perquisizioni locali, analisi documentali, indagini tecniche ed approfondimenti economico-finanziari, avrebbero consentito di accertare i finti crediti d’imposta correlati ai “bonus edilizi”, per oltre 17 milioni di euro, grazie all’attestazione di dati non veritieri, come la disponibilità di beni immobili inesistenti, ovvero appartenenti a soggetti estranei ai fatti, nonché l’esecuzione di lavori edili di rilevante entità ma in realtà mai effettuati.
I crediti, successivamente, sarebbero stati ceduti a un intermediario abilitato, inconsapevole dei fatti, consentendo la monetizzazione del relativo controvalore (oltre 13 milioni di euro al netto delle commissioni trattenute dal citato operatore), che veniva poi versato su conti corrente nella disponibilità del sodalizio criminale. Al fine poi di occultarne la provenienza e impedirne il tracciamento, il profitto illecito sarebbe stato da ultimo trasferito, sotto forma di pagamento di retribuzioni dei dipendenti ovvero di false fatture emesse proprio con riferimento all’esecuzione dei finti lavori edili, sui conti di altre società compiacenti o su carte prepagate, da cui poi sarebbero stati effettuati prelevamenti presso vari ATM.
Nel complesso, i proventi dei reati contestati, oggetto provvedimento di sequestro, sono quantificabili in circa 10 milioni di euro.