Come avevo facilmente previsto abbiamo l’assalto comunicativo per resettarci sulla necessità del riarmo e, quindi, sulla necessità di una guerra. Basta saper osservare il taglio delle trasmissioni ed i messaggi semplificati e poco critici che personaggi famosi lanciano, apparentemente con distacco ed indifferenza, dagli schermi televisivi.
Nella trasmissione di Gramellini abbiamo visto un Roberto Vecchioni, personaggio da annoverare nella schiera dei progressisti, affermare la necessità del riarmo, per avere una scorta deterrente, e per dire alla Russia cattiva di stare attenta. Non un discorso critico per comprendere il perché di questa guerra ma il solito mantra di aggredito aggressore. Lo stesso mantra che non ci ha assillato nell’invasione dell’Iraq, dell’Afghanistan, della Libia, del Balcani e perfino della piccolissima Repubblica di Granata nel Sudamerica e in altre invasioni o genocidi, come quello di Gaza, che ci sono stati e ci sono nel mondo.
Altro dato interessante è il mostrare i commenti sui social di cittadini favorevoli e contrari al riarmo, come se ci fosse una parità di opinioni diverse nella società. Ma un buon sondaggio fatto ora, prima che l’opera di indottrinamento mediatico abbia i suoi effetti, sulla volontà dei nani e ballerini che ci governano di investire 800 miliardi in armamenti, non lo si può fare con domande semplici? Credo proprio di no per una comunicazione che vuole essere orientata al riarmo.
Ma questo riarmo avviene perché è stato ordinato pubblicamente da Trump che, da uomo di affari, deve foraggiare l’industria bellica degli USA ed i nani e ballerine subito si sono messi al lavoro.
Non basta il dato evidenziato da Cottarelli che L’Europa spende, attualmente, molto più della Russia in armamenti. Non basta la considerazione che uno scontro con la prima Potenza nucleare renderebbe inutile qualsiasi esercito convenzionale. Bisogna cacciare 800 miliardi per la lobby delle armi.
Altro dato terrificante è la partecipazione della Cgil alla manifestazione del 15 marzo per questa Europa che porta avanti il riarmo. Sono tutti segnali di una mancanza di vero confronto dialettico, anche con la base, pure di andare nel flusso del riarmo.
C’è un’altra considerazione da fare. Forse la vera ragione di questo riarmo e della possibile guerra generalizzata risiede nel fallimento del neoliberismo decadente che è in crisi, in quanto incapace di dare risposte ai reali problemi ecologici, demografici e di distribuzione della ricchezza e trova una via di fuga nella guerra.
La mancanza di un’alternativa al neoliberismo decadente è il vero problema che abbiamo.
Immagine creata con AI
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