Non poteva che essere una giuria plurale, autorevole e radicata nell’impegno civile quella del Premio Nazionale Letterario e Giornalistico “Pier Paolo Pasolini”.
A guidarla, come Presidente, è Angela Napoli, figura storica della lotta alla criminalità organizzata, ex parlamentare e già vicepresidente della Commissione Antimafia. La sua presenza garantisce non solo rigore, ma anche una linea etica chiara: quella della legalità senza compromessi e della verità come dovere pubblico.
Accanto a lei siede una squadra variegata e di altissimo profilo, che riflette lo spirito libero, critico e scomodo di Pasolini: giornalisti investigativi, docenti, testimoni di giustizia, attivisti, psicologi, esperti di intelligence, tutti uniti dal filo rosso della coerenza e dell’anticonformismo.
Tra i nomi spiccano quello di Pino Finocchiaro (RAI), cronista d’inchiesta che ha raccontato con coraggio le zone d’ombra del Paese, e Maurizio Caprino, tra le penne più autorevoli sul fronte della legalità e della sicurezza. C’è poi Giovanni Cerchia, storico e accademico, studioso del Novecento italiano e custode della memoria democratica.
Il giornalismo indipendente trova voce in Paolo De Chiara (direttore WordNews.it e fondatore di Dioghenes APS), in Alessio Di Florio (vicedirettore WordNews.it e vice presidente Dioghenes APS) e in Paolo Scarabeo, autori – rispettivamente – di inchieste radicate nei territori e di libri di approfondimento. La dimensione del coraggio civile è rappresentata da Gennaro Ciliberto, testimone di giustizia e simbolo di denuncia contro le infiltrazioni mafiose negli appalti pubblici.
Non mancano le competenze tecniche e culturali: Michelangelo Di Stefano, esperto di criminologia e intelligence; Alessia Aloi, psicoterapeuta e dirigente ASP, impegnata nel volontariato; Mara Ferraro, promotrice culturale e già avvocato; Antonio Sorbo, giornalista irriverente, autore di diversi libri di inchiesta, ed ex sindaco di Venafro, e Stefania Violi, docente e attivista nel mondo dell’associazionismo.
Chiude il cerchio Antonino Schilirò, giovane responsabile della comunicazione di Dioghenes APS, già distintosi per il suo impegno nella promozione della legalità.
Una giuria così composita, che unisce esperienza, competenza e passione civile, è garanzia di un premio non celebrativo, ma militante, fedele allo spirito pasoliniano.
Un premio che non si accontenta di premiare “la forma”, ma cerca il contenuto, l’urgenza, l’impegno.
Perché “dire la verità è rivoluzionario”.