Il vero cittadino è un essere pensante, dotato di senso critico e discernimento. È guidato, nelle proprie scelte, da un insieme di valori che gli conferiscono identità, autonomia e responsabilità verso se stesso e verso gli altri.
Il vero cittadino ha il senso della comunità. Da qualche tempo sta diventando una “merce rara”. È in atto un processo collettivo che esalta gli istinti e le passioni incontrollate.
I cittadini tendono a scomparire per tramutarsi in una folla indistinta, in un gregge che cerca un padrone.
È la voglia di un capo che esalti le emozioni e la sfera irrazionale, che indichi un nemico da combattere e infonda paura, e poi prometta sicurezza.
Lo slogan e l’esaltazione retorica sostituiscono il ragionamento e sono strumenti per costruire il consenso.
Nella maggior parte dei casi il capo non ha grandi qualità e non esprime pensieri profondi,
ma convince il gregge con discorsi esaltati, nevrotici e ripetitivi.
In tal modo questa folla addomesticata di individui perde la dignità di cittadini.
Il fenomeno sta diventando quasi virale in molte nazioni del mondo, e il nostro Paese ne appare contagiato in maniera notevole.
Una buona politica è quella che s’impegna a contrastarlo, con progetti di formazione diffusa nel territorio e nelle singole realtà locali.
In attesa che ciò accada confermo come prioritario l’impegno nelle scuole, luogo di speranza per un reale cambiamento.
Ho fede che un giorno potremo dire, con il Sommo Poeta, che finalmente “uscimmo a riveder le stelle”!