Il reparto di ginecologia dell’Ospedale “San Pio” di Vasto effettua solo l’interruzione volontaria di gravidanza farmacologica. È quanto, dopo alcuni giorni, abbiamo ricevuto come risposta a conferma di quanto emerso sabato scorso in un incontro pubblico a Pescara.
La sospensione dell’interruzione volontaria di gravidanza a Vasto era stata resa nota dal Collettivo “Zona Fucsia” che ha raccolto l’8 marzo scorso la testimonianza di una vastese costretta a rivolgersi fuori regione. Dopo aver ricevuto il comunicato del collettivo femminista contattammo la Asl che ci rispose che non era possibile effettuare l’IVG nel nosocomio perché i medici erano tutti obiettori. La notizia, divenuta di dominio pubblico anche a seguito di un comunicato stampa della stessa Asl, è rapidamente finita all’attenzione della stampa nazionale e ha suscitato una forte mobilitazione.
Il 12 aprile si è tenuto a Vasto un sit in organizzato dalla Casa del Popolo “La Conviviale”. Venerdì 23 maggio, sempre “La Conviviale”, ha organizzato un’assemblea pubblica sul tema. Nei giorni precedenti il sit in la Asl in un comunicato stampa aveva annunciato che dal 2 maggio la possibilità di abortire sarebbe stata ripristinata in quanto stavano formando due ginecologhe.
Sabato scorso a Pescara i Giovani Democratici hanno tenuto l’incontro pubblico “Corpi liberi, scelte libere – difendiamo l’interruzione volontaria di gravidanza” in cui è emerso che nel nosocomio vastese è possibile solo l’aborto farmacologico. E che, anche dopo il “ripristino”, ci sono donne vastesi che continuano a rivolgersi a strutture fuori regione.
Quattro giorni fa abbiamo contattato la Asl per avere conferme (o eventuali smentite) a tale circostanza. Nelle scorse ore ci è giunta la risposta che pubblichiamo integralmente: «Al momento fanno la farmacologica. La chirurgica a Lanciano e l’importante è garantire il servizio nell’ambito del territorio non in tutti gli ospedali».