A Vasto il ripristino dell’aborto è parziale: possibile solo farmacologico
Sabato scorso, dopo aver atteso per quattro giorni una risposta dalla Asl, abbiamo riportato cosa accade nel reparto di Ginecologia dell’Ospedale di Vasto sul fronte dell’interruzione volontaria di gravidanza. L’IVG era stata sospesa per mancanza di medici non obiettori, dopo che (contattata la Asl) abbiamo pubblicato la notizia ed è diventata di dominio nazionale in pochi giorni, dopo varie proteste la Asl aveva annunciato che dal 2 maggio tutto sarebbe ricominciato.
Ma così è stato solo parzialmente. Mercoledì scorso abbiamo contattato la Asl per avere un riscontro ad alcune segnalazioni ricevute e a quanto emerso in un incontro pubblico a Pescara organizzato dai Giovani Democratici. Sabato abbiamo ricevuto la risposta, che riportiamo nuovamente oggi integralmente, dalla Asl: «Al momento fanno la farmacologica. La chirurgica a Lanciano e l’importante è garantire il servizio nell’ambito del territorio non in tutti gli ospedali».
Il comunicato di aprile della Asl si apriva annunciando trionfante «Impegno mantenuto». Quale e con chi? Se per gli interventi è necessario andare altrove, anche fuori regione, quale impegno di grazia? Senza la diffusione della notizia e la mobilitazione delle settimane precedenti si sarebbero mai mossi? Temiamo, non avendo nessuna evidenza del contrario, di no.
È possibile che nel 2025 ci vuole la mobilitazione di giornalisti e cittadini per far emergere quanto accade o non accade? Se ora (e perché non prima?) ci sono due ginecologhe non obiettrici perché si effettua solo l’aborto farmacologico? Cosa impedisce (se qualcosa impedisce, cosa di cui siamo tutt’altro che certi) anche gli interventi? E perché non è stato specificato nel comunicato di aprile? Possibile che solo dopo il nostro primo articolo di sabato la notizia è diventata di dominio pubblico? Perché?
«Nell’ambito della dotazione organica, dunque, si sono rese disponibili ad acquisire la necessaria competenza due ginecologhe, che non hanno posto veti e sono state adeguatamente formate per le IVG» si legge nel comunicato della Asl. Le due professioniste hanno dovuto, quindi, seguire corsi specifici di formazione? E perché dopo questo corso specifico di formazione possono solo prescrivere farmaci?
Mentre noi attendevamo risposta alla nostra richiesta di conferme/riscontri è divenuta nota, solo grazie anche in questo caso a comunicazioni dalla cittadinanza, l’emergenza nel reparto di Ortopedia con il blocco di ricoveri e interventi. Dopo varie proteste la Asl ha comunicato l’arrivo di rinforzi e la «ferma intenzione» di risolvere «una volta per tutte le criticità sofferte dall’unità operativa».
Basta un giro su alcuni social network o parlare con i cittadini per avere notizie tutt’altro che rassicuranti e che, anche dopo l’annuncio della Asl (ma senza il primo comunicato del presidente dell’associazione San Michele sarebbe successo qualcosa? Si sarebbero mossi? Ci sia permesso almeno dubitarne), l’emergenza non è certamente rientrata. Una cittadina ci ha segnalato che, giunta al pronto soccorso di Vasto con un possibile trauma muscolo-scheletrico, dopo ore di attesa è stata costretta a rinunciare nonostante fortissimi dolori alla colonna vertebrale. Se fosse rimasta in attesa ancora per ore e ore comunque non sarebbe stata visitata da un ortopedico, consulenza che sarebbe stata possibile solo oggi o nei prossimi giorni ma non a Vasto come le è stato riferito in Pronto Soccorso. Domenica mattina, con notevoli difficoltà e una grandissima preoccupazione, ha percorso ottanta chilometri giungendo fino a Chieti. Situazione identica o quasi di Vasto: non sarebbe stata visitata da uno specialista in giornata e sarebbe dovuta tornare oggi (due giorni dopo) o nei prossimi giorni. E se il trauma è grave e in via di peggioramento? Se tenderà a peggiorare con conseguenze gravi che potrebbero essere anche permanenti?