In Italia si parla di democrazia, di diritto di voto, di partecipazione. Ma a molti cittadini italiani all’estero, questo diritto viene sistematicamente negato. Sono decine – forse centinaia – le segnalazioni di schede elettorali mai arrivate.
Non è un incidente. Non è un errore isolato. È una prassi che si ripete, un corto circuito democratico che pesa sulle spalle di chi, pur lontano fisicamente, non ha mai smesso di sentirsi parte attiva dell’Italia.
Chiara Castellani, voce simbolo da un’Africa dimenticata
Tra i tanti casi, spicca quello della dottoressa Chiara Castellani, medico missionario e figura storica del volontariato italiano in Africa. «Non ho ricevuto la scheda elettorale. Non posso votare», afferma con amarezza.
E non è la prima volta. Chiara non è solo una cittadina, è un presidio vivente di civiltà e impegno: negarle il diritto di voto significa spegnere una voce, isolare una coscienza critica.
«A me purtroppo la scheda elettorale non è mai arrivata. Come sempre, del resto». Parole che rivelano non solo disservizi, ma una rassegnazione pericolosa, figlia di uno Stato che dimentica i suoi cittadini oltreconfine ogni volta che dovrebbero contare davvero.
Un diritto negato è una ferita alla Costituzione
Il diritto di voto è universale, personale, libero e segreto. Così recita la Costituzione italiana. Ma cosa resta di questi principi se a una parte degli italiani – volontari, insegnanti, ricercatori, emigrati, missionari – non viene neppure data la possibilità di esercitarlo?
Il voto per corrispondenza dovrebbe garantire l’inclusione democratica, ma è diventato spesso un meccanismo farraginoso, vulnerabile, incapace di assicurare trasparenza e accesso. Ogni scheda non recapitata è un diritto violato, una voce silenziata, una parte di Paese che resta fuori dalla decisione collettiva.
Serve una riforma. Serve rispetto. Serve ascolto.
La questione non può più essere ignorata. È tempo che:
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Il Ministero degli Esteri e i consolati italiani all’estero siano messi nelle condizioni di funzionare, con fondi, personale e tecnologie adeguate.
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Si attivi una piattaforma di tracciamento pubblico per ogni scheda elettorale inviata all’estero.
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Venga garantito il diritto effettivo di ogni cittadino italiano, ovunque nel mondo, di votare in modo sicuro, puntuale e verificabile.
Non ricevere una scheda elettorale non è una piccola disattenzione. È un atto che, nella sostanza, esclude intere comunità dal patto democratico.
E chi, come Chiara Castellani, continua a servire l’umanità nei luoghi più difficili, non può essere lasciata fuori dalla porta della Repubblica.
La democrazia o è per tutti, o è una finzione.