Mentre il Medio Oriente sprofonda in una nuova fase della guerra tra Iran e Israele, il governo italiano non proferisce parola. Nessuna dichiarazione ufficiale, nessuna posizione diplomatica, nessun appello alla tregua. Un silenzio assordante, quello dell’esecutivo guidato da Giorgia Meloni, che si consuma mentre piovono bombe e missili e il mondo osserva con il fiato sospeso.
Secondo quanto riportato da Al Jazeera, citando fonti ufficiali israeliane, il bilancio delle vittime degli attacchi notturni dell’Iran è salito a 10 morti e oltre 200 feriti, con tre persone ancora disperse. Teheran avrebbe lanciato circa 80 missili, colpendo anche la raffineria Bazan ad Haifa. L’attacco sarebbe stato sostenuto anche dagli Houthi yemeniti, che hanno rivendicato la partecipazione all’operazione.
La risposta israeliana non si è fatta attendere: sono stati colpiti impianti strategici a Isfahan e una fabbrica elettronica a Shiraz, mentre l’esercito ha lanciato un nuovo avvertimento ai cittadini iraniani, invitandoli a lasciare le zone industriali e le aree sensibili.
Il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, ha dichiarato che l’azione è da considerarsi come autodifesa, e che l’Iran è pronto ad abbassare i toni solo se Israele cesserà i suoi attacchi. Intanto, Donald Trump ha precisato che gli Stati Uniti “non hanno nulla a che fare” con gli attacchi israeliani, ma ha messo in guardia l’Iran da qualsiasi aggressione agli interessi americani.
Nel frattempo, i cieli restano chiusi: sia Israele che l’Iran hanno prorogato la chiusura dello spazio aereo, con ricadute dirette anche per le missioni diplomatiche, i voli commerciali e la mobilità internazionale.
In questo scenario, il mutismo dell’Italia è più che una semplice assenza comunicativa: è il simbolo di una politica estera svuotata, incapace di prendere posizione, impantanata tra calcoli di consenso e paura di scontentare alleati internazionali. Nessuna dichiarazione da Palazzo Chigi, nessuna presa di posizione da parte della Farnesina, nessun commento neanche sul rischio per i cittadini italiani in Medio Oriente.
Una volta protagonista della diplomazia mediterranea, l’Italia oggi è spettatrice passiva, relegata ai margini delle crisi internazionali. Eppure, da un Paese fondatore dell’UE e membro del G7, ci si aspetterebbe ben altro.