In un territorio già segnato dal progressivo svuotamento dei servizi pubblici, la questione sanitaria in Molise si fa sempre più drammatica. Eppure, c’è chi ha il coraggio di parlare chiaro. La posizione del consigliere regionale Romano sul debito sanitario e sulla vicenda della ex Cattolica di Campobasso è lucida, coerente e – soprattutto – condivisibile.
Se il debito è stato generato dallo Stato, in quindici anni di commissariamento che ha commissariato non solo la sanità ma anche la dignità di un’intera popolazione, non può essere scaricato ora sui molisani. Questo è un punto fermo.
Ma c’è di più. La ex Fondazione Giovanni Paolo II, conosciuta dai cittadini come “la Cattolica”, è stata realizzata con fondi pubblici su un terreno vincolato all’uso universitario e di ricerca. Perché, allora, è stata ceduta a un gruppo privato, per giunta con un azionariato opaco e sconosciuto? Con quale logica la Regione dovrebbe oggi acquistare qualcosa che è già stato costruito con soldi pubblici e solo concesso in gestione?
E poi, le carte. Le famose carte richieste da Romano, che il TAR ha ordinato per ben due volte di rendere pubbliche. Perché non vengono ancora consegnate? Cosa si vuole nascondere?
Il sospetto è grave, ma fondato: la politica molisana è schiava degli interessi privati. Invece di difendere il servizio sanitario pubblico, si cercano alchimie e contorsioni burocratiche per proteggere le rendite di posizione e le convenzioni d’oro. Il risultato? Un sistema sanitario regionale al collasso, con un servizio pubblico sempre più fragile e depotenziato.
Il vero nodo, quello che nessuno ha il coraggio di affrontare, è il rapporto distorto tra pubblico e privato. Un rapporto sbilanciato, che sacrifica l’interesse collettivo sull’altare del profitto.
E allora sì, servirebbe una visione politica nuova, radicale, coraggiosa. Ma a oggi, non si intravedono né leader, né progetti, né quel barlume di rivoluzione etica che dovrebbe guidare le scelte pubbliche. La politica resta piegata su sé stessa, intenta a tutelare clientele e privilegi, mentre il Molise affonda, lentamente ma inesorabilmente.
Così sta morendo un territorio. E il silenzio è il suo funerale.