Mercoledì il Presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, pubblica un video dove informa di una indagine a suo carico. Da lì scoppia il caso e la procura di Catanzaro sta in silenzio fino a stasera. Durante il Trame Festival, infatti, il giornalista Pietro Comito intervista il procuratore Curcio e per la prima volta parla del caso.
Si è detto di tutto in questi giorni, da una indagine ad orologeria al fatto che la procura ha passato le carte ai giornalisti del Domani. Infatti è stato proprio il Domani ad entrare un po’ nel dettaglio dell’inchiesta.
Ma stasera, senza entrare nel merito delle indagini, il procuratore di Catanzaro ha voluto chiarire quattro aspetti.
“Non entrerò nel merito delle indagini per rispetto degli indagati.” “Senza polemizzare con chicchessia, io racconto e parlo solo di fatti. Nulla di più”
È questo l’incipit del procuratore:
“Punto primo, al Presidente non è stato notificato un’informazione di garanzia. Impropriamente e a-tecnicamente, penso, è stata definita un’informazione di garanzia. E non è stato notificato alcunché da parte del mio ufficio. Al presidente è stato notificato un avviso da parte del GIP, che dice che il pubblico ministero ha chiesto la proroga delle indagini preliminari che erano scadute a maggio 2025 relativamente ad un processo iscritto nel maggio 2024. Quindi per quei giornali che hanno parlato di indagini ad orologeria. Ognuno è libero di difendersi come vuole. Io però ho sentito anche questo.”
Quindi il solito attacco di indagini ad orologeria viene smontata in quanto maggio 2024 è ben prima di tutte elezioni che si svolte nei mesi scorsi.
“L’indagine nasce nel maggio 2024 quando io ancora ero bello e beato a Lamezia Terme con le mie cose, la mia procura, la mia polizia giudiziaria. Quindi noi abbiamo fatto semplicemente quello che si fa di routine, fisiologicamente quando per un’indagine stanno per scadere i termini per le indagini preliminari.”
“Seconda osservazione. Mi sono state negate le carte (il riferimento è alle parole di Occhiuto). Quando viene notificata una richiesta di proroga delle indagini preliminari e finisce al gip un fascicoletto la legge processuale italiana non prevede alcun accesso agli atti da parte di Tizio, Caio o Sempronio. Non è una questione di come ci si chiama ma è una questione di norme processuali penali. L’accesso ai fascicoli del pubblico ministero non può avvenire in sede di proroga delle indagini”
“Altro punto. Gli atti sono stati negati a lui e sono stati dati al Domani. È stato detto ‘Mi è stato negato l’accesso agli atti però gli atti sono stati dati al Domani’. A prescindere dal fatto che non siamo adusi a consegnare atti a chicchessia. Ma che interesse avremmo avuto noi a consegnare gli atti al Domani? Che cosa è successo verosimilmente? Che siccome si è proceduto al parallelo compimento di alcune attività d’indagine, nella fattispecie di decreti di perquisizione nei confronti di altri soggetti, e dopodiché, essendo stata la norma di cui all’articolo 352 modificata dalla legge Cartabia e ora nel decreto di perquisizione devi scrivere la qualunque, è chiaro che chi ha ricevuto quell’atto, o anche chi legittimamente lo ha avuto da chi è stato destinatario dell’atto, evidentemente l’ha diffuso. Ma non di certo la procura. La procura non ha nessuno interesse. Che necessità avevamo noi di preferire una testata rispetto ad un’altra quando legittimamente avremmo potuto diramare già venerdì, perché attenzione la notizia è uscita mercoledì ma l’atto è stato compiuto venerdì. E vi posso assicurare che la procura della Repubblica e la polizia giudiziaria hanno agito con estremo garbo costituzionale”
“Ultimo punto. La procura di Catanzaro non intende sentire la voce del presidente o degli altri. La procura di Catanzaro ha dei tempi. Non è che il pm gestisce un solo fascicolo, ne gestisce 4-500 o 1000 in alcune procure. Stamattina, su mia espressa autorizzazione, il procuratore aggiunto di Catanzaro ha contattato il difensore del presidente dandogli la massima disponibilità, anche per il pomeriggio se avesse voluto rendere delle dichiarazioni spontanee, ovvero di concordare una data nei prossimi giorni, perché ci sono dei tempi tecnici. Quindi si sono sentiti, si sono accordati e quindi si procederà tranquillamente e serenamente. Noi non siamo i carnefici di nessuno. Noi accertiamo fatti ed eventuali responsabilità se quei fatti hanno rilievi penali.”
Sono queste le parole del procuratore di Catanzaro, Salvatore Curcio, cercando di chiarire, senza entrare nei dettagli processuali, come stanno i fatti che riguardano l’inchiesta contro il presidente della regione Calabria, Roberto Occhiuto.
foto copertina di Antonino Schilirò