Il deputato Alessandro Urzì attacca la “pastasciutta antifascista” organizzata a Ville di Fiemme.
Ma l’Italia è fondata sull’antifascismo. Ricordiamo il 25 luglio, la Resistenza, i valori della Costituzione.
La polemica è un insulto alla memoria collettiva.
In Val di Fiemme non servono solo paesaggi: si serve anche la Memoria. E a qualcuno, evidentemente, dà fastidio.
È di questi giorni l’uscita infelice del deputato Alessandro Urzì (Fratelli d’Italia), che attacca con sdegno l’iniziativa della pastasciutta antifascista organizzata dalla Pro Loco e dal Comune di Ville di Fiemme, definendola un “delirio” e “un’ossessione”.
Peccato che non si tratti di marketing ma di storia viva, che parla di libertà, di democrazia e di Resistenza. Quella vera.
Questo è il post pubblicato su Facebook dal deputato (ma mi faccia il piacere!)
Una data che pesa: 25 luglio 1943. Quella pastasciutta, che ogni anno viene preparata in tantissime piazze italiane, ricorda il 25 luglio 1943, il giorno in cui il regime fascista crollò, Mussolini fu arrestato, e a Casa Cervi, a Campegine, i sette fratelli e il padre Alcide cucinarono chili di pastasciutta per festeggiare con tutto il paese la fine del regime. Non è folclore, deputato, è memoria collettiva.
L’Italia è antifascista. Per legge. Ricordarlo fa bene, soprattutto oggi, quando una certa destra di governo sembra confondere la democrazia con la rimozione selettiva. La Costituzione italiana, all’articolo 1, dice che l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro. Ma è nei suoi principi fondamentali e nei valori che la animano che vive l’antifascismo: nei diritti civili, nella libertà di stampa, nell’uguaglianza, nel rifiuto di ogni autoritarismo. Ogni articolo della nostra Costituzione antifascista è stato scritto con il sangue dei Partigiani (a “voi” molto simpatici). L’antifascismo non è un’opzione: è la pietra angolare della Repubblica.
“Ossessione”? No, resistenza quotidiana. Parole al vento, parole vuote. Sempre le solite stronzate. Chi oggi si scandalizza per una pastasciutta antifascista lo fa per ignoranza o per calcolo. O per tutte e due le cose. Perché, poco caro deputato eletto con Fratelli d’Italia (con fiamma annessa), ricordare il fascismo significa anche interrogare il presente, guardare con occhio critico a derive autoritarie, revisionismi striscianti, e nostalgie pericolose.
Fa sorridere, ma anche rabbia, che si definisca “marketing disastroso” un evento che mobilita centinaia di famiglie, educa i giovani, coltiva la memoria e difende i valori costituzionali. Non avete mai avuto rispetto. E mai ne avrete. Ma sappiamo benissimo che questa pagina di storia vi fa rabbrividire. Siete sempre scappati. Fa parte della vostra natura.
Viva la pastasciutta. Viva la Resistenza. Viva la Costituzione. In un’epoca in cui si tenta di annacquare tutto – persino la memoria – ben vengano iniziative come quella della Val di Fiemme, che con semplicità e coerenza ricordano da dove veniamo e perché oggi possiamo parlare liberamente, anche per chi la storia finge di non conoscerla.
Il problema non è la pastasciutta. Il problema è chi si sente a disagio davanti all’antifascismo. Ma quella è una questione che non si risolve con un piatto di pasta. Ci vogliono coscienza, coraggio e memoria. Tre cose che, evidentemente, mancano a troppi.
Immagine AI
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