Cinque giorni, meno di una settimana, è il lasso di tempo intercorso tra la segnalazione che abbiamo ricevuto di una cittadina, diabetica da 28 anni, e una nuova segnalazione di ritardi e difficoltà ricevuta. Nelle stesse ore altre due segnalazioni sono state rese note dal consigliere regionale Vincenzo Menna. Quattro, quindi, in totale solo in pochi giorni.
Sono questi fatti incontrovertibili, vicende di cui diamo doverosamente notizia. È il dovere della stampa, è il compito dei giornalisti farlo. E siamo qui, giornali come il nostro esistono, per adempiere a tali doveri. Lo specifichiamo e sottolineiamo alla luce di quanto espresso, nei giorni intercorsi tra le varie segnalazioni, dal direttore generale della Asl Chieti – Lanciano – Vasto Thomas Schael in una conferenza stampa a Lanciano. Stop alle polemiche si legge nel titolo del comunicato stampa inviato dalla Asl sulla conferenza stampa, parole nette e perentorie, quasi un ordine che ricalca quanto già espresso in precedenti circostanze dal teutonico dirigente. Schael è tornato a ripetere che nessun taglio sarebbe avvenuto alla spesa farmaceutica ma una valutazione della sua appropriatezza (testuale in documenti ufficiali della Asl e della Regione Abruzzo) di fronte quel che viene definito sforamento del preventivato. Su tale sforamento, e su quel che ci si sarebbe aspettato da chi ha il dovere istituzionale e tecnico di tutelare la salute pubblica e il bene comune, siamo tornati nei giorni scorsi. Così come abbiamo già sottolineato in passato, di fronte analoghe prese di posizione di Schael, che i cittadini hanno il diritto (e in alcuni casi anche il dovere) di esprimersi, raccontare, rendere noto, quanto loro accade. E che i fatti non si possono negare anche se possono non piacere (ma non è questa una categoria tecnica o un interesse tutelato da qualche parte) o dar fastidio. «Durante una recente conferenza stampa, Schael ha dichiarato che nella sua azienda non esiste alcun problema di carenza di farmaci – ha dichiarato il consigliere regionale Vincenzo Menna in un comunicato inviato alla stampa il 14 novembre – eppure, i fatti dimostrano l’esatto contrario».
Cosa accade sul fronte della fornitura di farmaci e altri ausili sanitari è ampiamente riportato nei nostri archivi, dalle prime difficoltà con il Creon (vitale per i pazienti pancreatici) a gennaio alla segnalazione da noi ricevuta nei giorni scorsi dalla cittadina del vastese diabetica da 28 anni. Un archivio che continuerà ad aumentare con quest’articolo.
«Una paziente con sclerosi multipla ci ha raccontato le difficoltà incontrate per ottenere un farmaco salvavita presso l’ospedale “San Pio” di Vasto – è la prima segnalazione resa nota da Menna – Questa donna, a causa di un recente cambio del medicinale – non comunicato preventivamente – si è trovata di fronte a ritardi e a una disponibilità estremamente limitata. E non è un caso isolato: diversi pazienti sono stati rimandati a casa o hanno ricevuto dosi parziali, insufficienti per l’intero mese. Sospendere una terapia che prevede iniezioni a giorni alterni può avere conseguenze gravissime sulla salute di questi pazienti. Nonostante alla fine questa paziente sia riuscita a ritirare il farmaco, resta l’assurdità di dover fare riferimento esclusivamente alla farmacia ospedaliera, con orari limitati e difficoltà di accesso. È lecito chiedersi perché non sia possibile delegare anche le farmacie private per il ritiro di questi medicinali essenziali, come proposto dalla stessa paziente».
«Una persona con un’impegnativa urgente per una visita presso il centro dislipidemia, con priorità entro 10 giorni, si è trovata a ricevere, il 16 ottobre scorso, una prenotazione al CUP per il 30 aprile 2025 – ben sei mesi di attesa per una prestazione ritenuta prioritaria – è la seconda segnalazione inviata alla stampa dal consigliere regionale – Solo prenotando, il giorno successivo in modalità online, gli è stato proposto dall’operatore la visita in intramoenia, e pagando €152, avrebbe ottenuto un appuntamento entro tempi ragionevoli, precisamente l’11 novembre».
«È apparso un cartello in diversi studi medici che recita quanto segue: “Dal 1° luglio, per disposizione del direttore generale della ASL per il piano di rientro del debito, non sarà più possibile prescrivere con la mutua farmaci per lo stomaco, vitamina D e antinfiammatori, che saranno quindi a pagamento fino a nuove disposizioni”» ha reso noto sempre il consigliere regionale Vincenzo Menna nel comunicato stampa del 14 novembre.
«Mio padre ha un’urostomia da 2 anni, ogni tre mesi facciamo richiesta di tutti gli ausili che gli servono per cambiare la sacca! Fino ad oggi arrivavano in tempi brevi e senza problemi, nella farmacia del paese di montagna dove abitiamo» sono le prime parole della segnalazione di ritardi nella fornitura degli ausili per sostituire le sacche che ci è giunta nei giorni scorsi. «Abbiamo fatto l’ultima richiesta qualche settimana fa ma questa volta ancora arriva nulla – ci ha raccontato la figlia – è già stato costretto a pagarsi degli ausili perché sono finiti, sperando che gli verranno rimborsati». «Ogni 2 giorni deve cambiare la sacca e se continuano a non arrivare, sarà un costo elevato – prosegue la segnalazione – Sempre se sarà possibile trovarli, altrimenti rischierebbe anche delle infezioni se dovrà tenerlo più del dovuto». La motivazione di questi ritardi, dopo la richiesta gli ausili dovrebbero arrivare presso la farmacia di riferimento nel comune di residenza, ci è stato aggiunto nella nostra interlocuzione con la cittadina che ci è inviato la segnalazione sarebbe nella modulazione dei fondi per la sanità. Quella che Schael e la Regione Abruzzo definiscono da mesi valutazione dell’appropriatezza e che molti cittadini e alcuni consiglieri regionali hanno definito tagli. Di fronte questa diversità di linguaggi abbiamo posto al teutonico dirigente e alla Direzione Sanità regionale una domanda a cui finora nessuno ha dato risposta: se la spesa farmaceutica sarebbe eccessiva come la si fa rientrare nel tetto previsto senza tagliarla? Come si abbassa senza diminuire?