«Vanno, vengono, ogni tanto si fermano» e «Per una vera, mille sono finte» cantava le nuvole il sommo Faber. Il poeta genovese si riferiva alle nuvole lassù in cielo ma queste sue parole sono adattissime a vere e (soprattutto) false nuvole di bufere e tempeste quaggiù in terra.
Spesso mediocri, meschine, ipocrite e volanti come piuma al vento. Il marcio non in Danimarca ma nell’italico stivale, le mafie e i loro messaggi, atti e fatti, squarciano spesso ogni velo del tempio e svelano realtà e finzione. Sin dalle prime settimane, dopo il soggiorno abruzzese in cui tanto è emerso e molto è stato documentato e denunciato (da ben poche voci, come ricordato anche di recente), abbiamo cercato di tenere alta l’attenzione sull’attività social di Salvo Riina, terzogenito del defunto boss Totò u curtu e autore del libro celebrativo della famiglia. Nei mesi precedenti, quando da Casalbordino partivano anche aste persino il 19 luglio in cui Riina era diventato un brand, più di qualcuno ha girato la testa dall’altro lato e (supposti) antimafiosi hanno tranquillamente risposto ad appelli e sollecitazioni «me ne frego» e simili.
Per poi, quando l’occasione era ghiotta per autocelebrarsi e lucrare consensi e audience, fregarsene della qualunque. A costoro non dedichiamo, a nostra volta, attenzione e neanche li citiamo per nome (se qualcheduno si brucia la coda di paglia leggendo queste righe certo non ci strazia il cuore, anzi). Ma non possiamo dimenticarcene e se oggi accadono in questo Paese certi fatti e avanzano certe dinamiche costoro non sono certo estranei.
Il 17 novembre è l’anniversario della morte di Totò Riina, il figlio Salvo l’ha celebrato sui social con un post di celebrazione e rivendicazione delle radici familiari (cancellato dopo poche ore da instagram ma sempre presente su facebook) scatenando polemiche per alcune ore. Se tra chi è intervenuto ci sono persone che realmente hanno rischiato la vita per le minacce delle mafie, che combattono seriamente, ci sono anche nuvole che si comportano come Faber ha ben descritto.
Passata la bufera Riina jr non si è certo fermato e, anzi, in questi ultimi giorni altri post sono stati pubblicati. Parole che appaiono messaggi ben precisi, che sembrano essere la risposta (così come accaduto in passato) a chi non piega la testa e s’indigna per questa celebrativa e copiosa attività social. Che ha raggiunto vette di frenetica attività nei mesi casalesi del 2019, post però “inspiegabilmente” poi fatti sparire (perché?), e in questi anni si è fermata solo in alcuni periodi.
Questo il lancio dell’agenzia Adn Kronos in cui è stata pubblicata la notizia del post.
«“Lui ha vissuto, vive e vivrà sempre in noi e con noi”. Con un post su Instagram Salvo Riina, figlio terzogenito del capo dei capi della mafia siciliana rende omaggio al padre, morto nel carcere di Parma il 17 novembre del 2017. Un post che ha già raccolto oltre 430 like (‘Mi piace’, ndr.) e decine di commenti. “Un grande uomo con i veri valori della famiglia.
Ognuno di noi combatte la propria guerra per la sua famiglia”, “Grande uomo, non ne nascono più come lui”, “credo che sia giusto che ogni figlio rispetti il proprio padre. Qualsiasi cosa bella o brutta che sia che abbia fatto, ma il papà rimane sempre il papà” scrivono alcuni utenti. Lo stesso post è stato pubblicato anche sulla pagina Fb di Riina, dove al momento ha superato i 600 like con oltre 160 commenti».
L’Adn Kronos ha sottolineato l’alto numero di commenti e like e i consensi e i plausi ottenuti dal post di Salvo Riina. Non è la prima volta che accade, anzi, e questo ripetersi conferma determinate dinamiche, quanto il terzogenito sia un punto di riferimento per tanti (e taluni) e quanto l’accondiscendenza verso un boss mafioso come Tòtò u curtu è di casa nella società di oggi. Negli anni sotto i post di Riina jr sono apparsi commenti di auguri, plausi, sostegni alla celebrazione del padre boss anche di abruzzesi, tra cui esponenti della famiglia conosciuta alle latitudini frequentate dal terzogenito cinque anni fa soprattutto alle cronache giudiziarie.
A gennaio 2021, sotto uno degli ultimi post di Riina, spiccava il commento «OMERTÀ» e alcuni cuori colorati. Nei mesi precedenti uno degli esponenti di tale famiglia – legata ed imparentata con altre famiglie come Spinelli, Di Rocco, Ciarelli, Di Silvio, Spada, Casamonica, Di Rosa ed altre – varie volte arrestato per spaccio, usura e violenze negli anni, è stato attivo sulla bacheca di Salvo Riina come documentato da uno degli screenshot pubblicati nella galleria di quest’articolo.
«Totò Riina sei una grande persona, se non fosse stato per quegli infami a quest’ora eri fuori», «Falcone e Borsellino due bestie», «taci fango», «vai a scrivere il romanzo degli infami come voi»
sono alcuni dei commenti su instagram “in difesa” di Riina padre e figlio su altre bacheche l’anno prima. In un recente post di esaltazione del padre boss (da noi riportato in un articolo lo scorso 10 ottobre) tra i commenti sono più che eloquenti tra cui «Sono d’accordo con tutti i commenti e condivido in pieno anche perché ho avuto la fortuna di conoscerlo». Nella galleria di quest’articolo ripubblichiamo lo screenshot di alcuni commenti degli anni scorsi di celebrazione e plauso del terzogenito e del padre boss.
Tra le tante domande, interrogativi mai evasi, che abbiamo posto in questi anni sull’attività social di Riina c’è anche quella sulla possibilità (balenata in alcuni post) che dal libro “Riina family” possa essere tratto un film. Domenica 24 novembre tra i commenti al post con la foto del libro e la didascalia in francese «Niente è mai finito per sempre» (messaggio rivolto a chi? Per esprimere cosa? E cosa non è finito per sempre?) si legge un commento in cui si torna ad evocarlo. Sei giorni prima, all’indomani delle polemiche per il post nell’anniversario della morte di Tòtò Riina, il terzogenito scrittore celebrante ha pubblicato un video musicale con la didascalia «La lingua più parlata nel mondo è “a VANVERA”».
Che sia una risposta all’indignazione e alla rabbia delle ore precedenti, e che si riferisca a chi non china la testa e non accetta le celebrazioni del defunto boss di Cosa Nostra, è conclusione che appare più che spontanea. Anche questo un comportamento che si ripete negli anni. Spesso, in molte occasioni, non certo solo in alcune che (grazie a Dio!) finiscono all’attenzione pubblica.
INSERIRE FOTO ALESSIO
L’immagine del post riportato nel nostro articolo del 10 ottobre (e che ripubblichiamo in alto) è di due mani che si stringono e un ramoscello d’ulivo. Chi rappresentano le mani che si stringono e perché si stringono, cosa rappresenta il ramoscello d’ulivo (simbolo universale di Pace tradizionalmente, tra chi e perché?) sono domande che possiamo aggiungere alle tante che ripetutamente continuiamo a pubblicare e che torniamo a porre anche in quest’articolo. La casa editrice che stampò “Riina family” è fallita da anni, ora come è possibile che Salvo Riina continua a vendere il libro su Facebook ed Instagram?
E come è possibile che venga stampato e distribuito persino all’estero?
L’anno scorso comparve sui profili social del rampollo un video che pare il trailer di un film, come abbiamo documentato in alcuni nostri articoli. È così? Dopo il libro avremo anche un film per celebrare Totò ‘U Curtu e la sua famiglia?
L’intensa attività social di Salvo Riina si è improvvisamente interrotta nel dicembre 2019, quando sparì da Casalbordino e da allora non si è mai più visto, e di cui oggi l’unica traccia rimangono i nostri articoli, i nostri screen e quanto precedentemente pubblicato sulle pagine Facebook (profilo non più perché Facebook cancellò al sottoscritto un profilo mentre mai nulla ha compiuto nei confronti dei post di questo soggetto e di pagine e gruppi osannanti mafie e mafiosi) e il profilo Instagram curate dal sottoscritto.
Sulla pagina «ufficiale» Facebook e sul profilo Instagram «ufficiale» di Salvo Riina non c’è più nulla, tutto sparito, tutto cancellato, non c’è più traccia. Perse esattamente come la grande attività sociale e benefica sbandierata nel maggio 2019 da lui e dal suo legale. Cosa è successo? Come mai? Perché?
Viste le dichiarazioni sulla stampa e sui social di quattro anni fa quale «nuova vita» ha mai proposto Riina jr? Il tenore di vita, compresa la vacanza in un luogo extralusso, appare più che alto. Da quali entrate e quali ricchezze è permesso?
La vicenda di Licata, di cui abbiamo parlato in vari articoli tra cui questo https://wordnews.it/2020/01/17/il-figlio-del-boss-dei-boss-in-abruzzo-e-riina-diventa-un-brand/ di oltre due anni fa quali sviluppi ha avuto?
E quali conseguenze e attenzioni sul periodo vastese-casalese del rampollo della Riina family?
Quanto assidua la frequentazione di Riina con alcuni “personaggi” citati nei nostri precedenti articoli durante il suo soggiorno abruzzese? Quali rapporti sono rimasti?
Visto il tenore di vita che appare dalle foto su Facebook ed Instagram (certamente ben pochi residenti in Romania possono pagarsi una vacanza in luoghi extra lusso a Valencia, in Spagna), il rampollo vorrà magari mai raccontare qualcosa di dove sono finiti e come si potrebbero rintracciare i capitali del padre?
In un nostro articolo del gennaio 2020 pubblicammo la foto, in piena Gomorra style, postata sulla bacheca facebook di Salvo Riina nel periodo casalese in cui campeggiavano la copertina del libro, altri oggetti, un paio di manette e quella che appare una pistola. Era effettivamente una pistola? E, soprattutto, la foto era di repertorio o scattata in quei giorni? (nella galleria di quest’articolo ripubblichiamo lo screenshot del post con la pistola e altri di quel periodo e successivi)
La casa editrice che stampò “Riina family” è fallita da anni, ora come è possibile che Salvo Riina continua a vendere il libro su Facebook ed Instagram?
E come è possibile che venga stampato e distribuito persino all’estero?