Spesso vengono proposti trattamenti e attività etichettate come “terapie”, come la musicoterapia, la pet therapy, la sensory therapy, l’arteterapia, la mototerapia e altre pratiche simili. Sebbene queste attività possano certamente avere effetti positivi sul benessere e sulla qualità della vita dei bambini, è importante fare chiarezza sul loro effettivo ruolo nel contesto dell’autismo. La verità è che queste pratiche non sono vere e proprie terapie riabilitative, ma piuttosto attività di supporto che, se piacevoli per il bambino, possono essere utili come esperienze integrative. Non dovrebbero essere considerate come sostituti delle terapie riabilitative, che sono strutturate per affrontare le difficoltà specifiche legate all’autismo e che si basano su prove scientifiche.
In sostanza, queste attività possono essere benefiche, ma non dovrebbero essere confuse con trattamenti terapeutici veri e propri. Sono, infatti, più simili a laboratori extrascolastici o attività ricreative, che, se piacciono al bambino, possono avere un impatto positivo sul suo umore e sul suo sviluppo sociale, ma non sono in grado di sostituire terapie mirate e strutturate. È importante, quindi, che i genitori non siano indotti a credere che tali attività, per quanto piacevoli e stimolanti, possano avere gli stessi effetti delle terapie specialistiche, né che possano sostituire i percorsi abilitativi fondamentali per il bambino.
I Costi:
etichettare queste attività come “terapie” può portare ad aumentare i costi per le famiglie, che potrebbero essere convinte di pagare per un trattamento che in realtà non è né una terapia certificata né una riabilitazione professionale. Le attività extrascolastiche, pur avendo un valore educativo e ricreativo, non dovrebbero essere paragonate a terapie vere e proprie, e farle passare come tali potrebbe costringere le famiglie a sostenere spese aggiuntive, inutili e prive di fondamento. È essenziale fare attenzione alla terminologia e comprendere che un’attività che può essere utile e piacevole per il bambino, come andare al parco o partecipare a un laboratorio di arte, musica o mototerapia, non è una “terapia” nel senso medico e riabilitativo del termine.
È questo l’ultimo capitolo del dossier «Quando la Disperazione Diventa un Mercato: Terapie Ingannevoli e Autismo» pubblicato dall’associazione Asperger Abruzzo e curato dalla presidente Marie Helene Benedetti. Un’informazione preziosa, un approfondimento utile e per tanti versi necessario nel mare tempestoso che tante, troppe famiglie si trovano quotidianamente ad affrontare. E tra i marosi più insidiosi e pericolosi ci sono gli inganni, le truffe, i mercanti della disperazione.
«Proteggere i nostri bambini significa anche proteggerli da false promesse e truffe che sfruttano la vulnerabilità dei genitori. La speranza è un motore potente, ma deve essere guidata dalla consapevolezza e dalla conoscenza. Ogni decisione deve basarsi su prove scientifiche, con l’obiettivo di garantire il benessere e lo sviluppo del bambino, senza cadere preda di chi approfitta della disperazione – ha sottolineato Marie Helene Benedetti – Come associazione, continueremo a impegnarci per informare e supportare le famiglie, offrendo strumenti concreti per riconoscere le insidie e costruire un percorso che metta al centro il bambino e il suo futuro. Perché ogni genitore merita di fare scelte sicure e consapevoli, e ogni bambino merita il meglio che la scienza e l’amore possano offrire».
Per ogni informazione sulle battaglie, le denunce, le attività e le pubblicazioni dell’associazione (che noi costantemente cerchiamo di riportare, Marie Helene Benedetti e Asperger Abruzzo sono per noi compagni di viaggio nell’attivismo e nell’impegno sociale e civile) è possibile consultare il sito https://www.aspergerabruzzo.it/