Papa Francesco è ancora ricoverato al Policlinico Gemelli di Roma. Sono passati dieci giorni da quel 14 febbraio, per una polmonite bilaterale.
Le sue condizioni sono critiche ma oggi, alla faccia di chi già si sta sfregando le mani, mostrano un lieve miglioramento. É stato lo stesso Pontefice a parlare della situazione che sta vivendo in questi giorni. Molti vorrebbero iniziare subito un nuovo Conclave. Probabilmente da giorni si registrano pressioni per le sue dimissioni. Esisterebbe una lettera firmata nel 2022. All’interno della potente Curia romana non mancano questi argomenti.
A 88 anni il Papa non molla. Il suo titolare ancora non ha deciso. E lui sta lottando per risedersi sul trono di Pietro. Si sono verificate nuove crisi respiratorie asmatiche. Alcuni esami di laboratorio indicano progressi. È presente, come si è appreso nelle scorse ore, una lieve insufficienza renale, sotto controllo. Il Pontefice, secondo i medici, resta di buon umore e si alimenta da solo.
La prognosi rimane riservata a causa della “complessità del quadro clinico”. Nel pomeriggio, Francesco ha ripreso l’attività lavorativa e ha anche chiamato il parroco della Parrocchia di Gaza per esprimere la sua vicinanza.
In serata, in Piazza San Pietro, è previsto un Rosario presieduto dal cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, per pregare per la salute del Papa.
Ma perchè abbiamo utilizzato quel titolo per questo pezzo. Chi vuole la morte del Papa?
Non esistono prove concrete o piani ufficiali. Ma non mancano persone e gruppi che si oppongono al suo pontificato. Anche all’interno del Vaticano. Papa Francesco ha promosso diverse riforme: apertura ai divorziati risposati, dialogo con le comunità LGBTQ+, una visione meno rigida della dottrina cattolica. Per alcuni cardinali e vescovi (tradizionalisti) queste posizioni reazionarie indeboliscono la Chiesa, mettendone in discussione l’autorità.
I nemici vanno ricercati anche al di fuori dello Stato Vaticano. Francesco ha criticato più volte il capitalismo sfrenato, l’ingiustizia sociale e le politiche anti-migranti. Questa sua visione ha attirato le critiche dei leader di destra e dei populisti. Ha attaccato le guerre e il commercio delle armi, facendo registrare l’indignazione dei Governi e delle industrie belliche (molte presenti nel nostro Paese).
E le mafie? Il Papa le ha condannate, con la scomunica pubblica del 2014. Peccato però che il cambiamento si è bloccato: non ci sono state norme per attuare la sua forte presa di posizione.
Molti lo hanno accusato di far parte di una élite globale. Diverse teorie – senza fondamento – e svariate fake news (create scientificamente) lo hanno dipinto come un nemico della fede cristiana.
I nemici, probabilmente, dovranno aspettare. Il mondo resta con il fiato sospeso.