“E poi la gente, perché è la gente che fa la storia, quando si tratta di scegliere e di andare, te la ritrovi tutta con gli occhi aperti, che sanno benissimo cosa fare” (F. De Gregori).
Nessuno di noi aveva mai dubitato che la scelta di vivere questa giornata di sciopero come una occasione di incontro con la cittadinanza sarebbe stata l’unica cosa giusta da fare, ma ne abbiamo avuto conferma quando abbiamo visto centinaia di cittadini avvicinarsi a noi per chiederci il motivo per il quale stavamo manifestando e poi riempire le nostre assemblee con la curiosità di chi ha compreso che noi magistrati non eravamo lì per noi stessi, ma per qualcosa di più importante, la nostra Costituzione. Oggi, tutti insieme, abbiamo realizzato un esercizio di democrazia di cui essere orgogliosi.
L’adesione allo sciopero ha superato la soglia dell’80%, ma ciò che ancora di più dà la misura del successo di questa giornata, è stata l’altissima partecipazione di pubblico a tutte le iniziative che sono state organizzate dall’Anm su tutto il territorio nazionale. All’assemblea di Roma, ad esempio, hanno assistito circa 400 persone e hanno preso la parola i rappresentanti di più di 50 realtà del mondo della cultura, del sindacato e dell’associazionismo. Ai cittadini abbiamo spiegato le ragioni della nostra contrarietà ad una riforma che ci preoccupa, non solo per gli effetti che avrebbe sul principio della separazione dei poteri, che è uno dei pilastri su cui si regge la nostra democrazia, ma soprattutto per il contesto in cui viene portata avanti, che è quello di una totale insofferenza verso il controllo di legalità che la Costituzione affida ai magistrati.
Avremmo voluto discutere dei veri mali che affliggono la giustizia:
- numero di magistrati tra i più bassi d’Europa,
- regole processuali che invece di accelerare i processi li rallentano,
- personale amministrativo insufficiente,
- applicativi informatici inadeguati,
- carceri fatiscenti e sovraffollate.
E invece siamo stati costretti a ribadire le nostre preoccupazioni per una riforma il cui obiettivo è chiaramente quello di dividere la magistratura isolandone le sue componenti, indebolire l’autorità giudiziaria e il suo governo autonomo, realizzare una riscrittura dei rapporti tra poteri dello Stato attraverso il controllo del potere giudiziario da parte del potere esecutivo, allentare il controllo di legalità sulla politica e privare la giurisdizione dell’autorevolezza di cui solo un giudice autonomo e indipendente può godere. E i cittadini hanno compreso molto bene che in alcun modo tutto questo potrebbe tornare a loro vantaggio.
A fronte di riforme come queste, finché avremo voce, difenderemo questa Costituzione, che da quasi 80 anni garantisce i diritti e le libertà di tutti e da oggi lo faremo con ancora maggiore determinazione sapendo di non essere da soli a combattere questa battaglia di civiltà.
“Forse non sarà uno sciopero a fermare i progetti di riforma, ma il valore di testimonianza di questa giornata resta un segnale forte che merita la più ampia condivisione”. Giancarlo De Cataldo
“Quando si tratta di difesa della Costituzione, ognuno di noi deve dare il suo contributo, grande o piccolo, come può”. Nicola Piovani
“Sono con voi, dalla parte della nostra bella Costituzione, per la libertà e autonomia della magistratura, così preziose per il Paese. Grazie per quello che fate”. Dacia Maraini”.
Sciopero
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