DOMANI 10 marzo 2025, alle ore 17:00, si terrà un evento di grande rilevanza storica e culturale: “E allora le foibe?”, un dibattito organizzato nell’ambito del ciclo di incontri “A proposito di storia…”, promosso da WordNews.it.
L’incontro vedrà la partecipazione di importanti storici, giornalisti e ricercatori, tra cui:
- Eric Gobetti, storico e autore del libro E allora le foibe?,
- Giovanni Cerchia, docente di Storia presso Unimol,
- Paolo De Chiara, direttore di WordNews.it e scrittore,
- Giuseppe Notaro, giornalista,
- Guido Zanella, ricercatore e direttore di ricerchestoriche.it.
L’obiettivo dell’evento è offrire un’analisi storica critica delle foibe e della loro narrazione nel dibattito pubblico italiano, esplorando le diverse interpretazioni e il loro impatto sulla memoria collettiva.
Le foibe sono state uno degli episodi più drammatici e controversi della storia italiana del XX secolo. Si tratta delle cavità carsiche nelle quali, tra il 1943 e il 1945, vennero gettate migliaia di persone, in gran parte di nazionalità italiana, da parte delle forze partigiane jugoslave guidate da Tito. Questo avvenne in un contesto di forte tensione tra italiani e slavi, in una regione – l’Istria e la Dalmazia – segnata da decenni di violenza, occupazioni, repressioni e rivendicazioni territoriali.
Negli ultimi decenni, il tema delle foibe è stato oggetto di una crescente attenzione pubblica, soprattutto in Italia, dove dal 2004 è stata istituita la Giornata del Ricordo (10 febbraio). Tuttavia, il dibattito su questi eventi rimane ancora acceso, con diverse interpretazioni tra chi enfatizza il dramma delle vittime italiane e chi ricorda il contesto più ampio di violenze reciproche avvenute nel periodo.
Uno degli aspetti più delicati della questione è il modo in cui la memoria delle foibe è stata costruita e utilizzata nel discorso politico e mediatico. Secondo alcuni studiosi, la narrazione delle foibe è stata, per lungo tempo, oscurata dalla storiografia ufficiale italiana nel dopoguerra, a causa dei complessi equilibri geopolitici tra Italia e Jugoslavia durante la Guerra Fredda. Solo negli ultimi decenni, con la dissoluzione della Jugoslavia e il mutamento del contesto politico, la questione è tornata al centro del dibattito pubblico.
D’altra parte, alcuni storici e giornalisti denunciano un uso strumentale della memoria delle foibe, in particolare da parte di alcuni settori politici che tendono a enfatizzare il dramma delle vittime italiane senza contestualizzarlo nel più ampio scenario della violenza bellica e post-bellica. Questo tipo di narrazione rischia di ridurre un fenomeno storico complesso a una semplice contrapposizione ideologica tra “buoni” e “cattivi”.
L’incontro del 10 marzo sarà un’occasione per affrontare questi temi con un approccio storico e scientifico, cercando di rispondere a domande cruciali:
- Quali furono le cause e le dinamiche delle violenze legate alle foibe?
- Quanto pesa la memoria storica nel dibattito pubblico italiano?
- Qual è il ruolo degli storici nel contrastare il revisionismo e le distorsioni della storia?
- Come si può raccontare la storia delle foibe in modo onesto e basato sui fatti?
Eric Gobetti, autore di E allora le foibe?, è uno degli storici che ha affrontato questo tema con un approccio documentato e critico, contrastando la tendenza alla mitizzazione o alla semplificazione della storia. Al dibattito parteciperanno anche accademici e giornalisti impegnati nella ricerca storica, offrendo una pluralità di punti di vista.
Il nostro direttore Paolo De Chiara ha recentemente intervistato lo storico Eric Gobetti riguardo alle foibe e alla Giornata del Ricordo. Durante l’intervista, Gobetti ha sottolineato come la narrazione delle foibe sia stata spesso utilizzata per equiparare i crimini nazisti a quelli commessi dai partigiani jugoslavi, tentando di scagionare i fascisti dalle loro responsabilità storiche. Ha evidenziato che le foibe rappresentano una reazione a violenze precedentemente subite e che le vittime non furono uccise “solo perché italiane”, ma principalmente in quanto collaborazionisti e fascisti. Gobetti ha inoltre denunciato la disinformazione diffusa su questi eventi, con cifre delle vittime spesso gonfiate per scopi politici. Un esempio emblematico è l’uso improprio di una fotografia storica che ritrae soldati italiani mentre fucilano civili sloveni, spacciata erroneamente come rappresentazione dei crimini delle foibe. Secondo Gobetti, l’Italia non ha mai realmente fatto i conti con la propria storia, perpetuando una narrazione distorta del fascismo.
Abbiamo intervistato anche il professor Giovanni Cerchia, docente di Storia Contemporanea presso l’Università degli Studi del Molise (UNIMOL), per raccogliere il suo punto di vista sulla conoscenza storica e la memoria.
Cerchia ha sottolineato l’importanza della conoscenza storica e della memoria nel contesto attuale, evidenziando come esse siano fondamentali per comprendere il presente e costruire un futuro consapevole. Ha inoltre discusso del ruolo degli storici nel preservare una narrazione accurata degli eventi passati, evitando distorsioni o strumentalizzazioni. L’intervista si inserisce in un più ampio dibattito sulla necessità di una riflessione critica sul passato, al fine di promuovere una società più informata e resiliente.
Il dibattito su eventi come le foibe è fondamentale non solo per comprendere il passato, ma anche per costruire una memoria storica condivisa e basata sui fatti. In un’epoca in cui la storia viene spesso manipolata per fini politici o ideologici, diventa ancora più importante affidarsi alla ricerca storica rigorosa e al confronto critico.
Non perdere l’evento:
Lunedì 10 marzo 2025, ore 17:00
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