Un faro, finora mancante, su quanto accade contro i minori in Italia, «quel “faro” mancato in Europa solo dall’Italia, oggi l’unico stato membro dell’Unione Europea a non aver esercitato, malgrado gli allarmi arrivati da tutta Europa, alcuna azione di prevenzione e tutela verso i cittadini vittime di abusi sessuali in età minorile, non solo nel contesto del clero». Così Rete L’Abuso, l’unica associazione in Europa di sopravvissuti agli abusi sessuali del clero, ha definito “Spotlight on Italian survivors”, un database lanciato nei giorni scorsi.
«Uno “Spotlight” mancato in Italia soprattutto dall’informazione di massa che in materia non ha di certo brillato di luce propria, anzi, è stata incapace persino di una semplice inchiesta giornalistica sul tema – sottolinea l’associazione fondata e presieduta da Francesco Zanardi – così come da 15 anni, ci siamo organizzati noi sopravvissuti, ancora una volta nell’assordante silenzio che in Italia riecheggia puntuale».
«“Spotlight on Italian survivors” è il primo ed il più grande database al mondo che raccoglie, traccia e monitora gli abusi sessuali del clero e lo fa in una forma che tende a dare a colpo d’occhio, la vastità del problema italiano – riporta il comunicato di Rete L’Abuso – Lo fa soprattutto con numeri e grafici, espressione molto diretta e al tempo stesso quantificante del fenomeno».
«Questo sistema database chiamato “iCODIS”, non solo produce dati in tempo reale ma li quantifica per ogni provincia, regione italiana. Quanti sacerdoti potenziali offender ci sono nella provincia in cui abitate, quante sono le vittime sopravvissute che questi hanno prodotto in quei luoghi, ma non solo – spiega Rete L’Abuso – Quanti di questi hanno subito un processo, penale o canonico, quanti invece sono sfuggiti per prescrizione alla Giustizia e che fine hanno fatto. Tra le vittime prodotte quante donne, quanti uomini, da chi sono stati abusati e in quale circostanza. Quale è la percentuale italiana del clero pedofilo e tanto altro. Una serie infinita di informazioni, in alcuni casi da noi preconfezionate in panoramiche regionali che danno a colpo d’occhio coscienza della situazione. Ma “iCODIS” ha anche un sistema integrato di ricerca avanzata destinato al pubblico dove non serve necessariamente inserire un nome, ma è sufficiente per esempio inserire una città per avere una panoramica di ciò che accade o è stato».
Il database conta già 800 sacerdoti offender e migliaia di vittime.
«Quasi un ripiego a quella commissione di inchiesta che l’ONU ha chiest all’Italia inadempiente nel 2019, puntualmente mancata, come se i minori italiani fossero per lo Stato, solo figli di un Dio minore» conclude con amara indignazione Rete L’Abuso.