Liliam Altuntas è una ragazza brasiliana che vive in Italia da tanti anni. Deportata dalle mafie dello stupro a pagamento, incatenata dalla schiavitù sessuale sin da bambina (quella mafia schiavista pedofila alimentata da 80.000 italiani, record mondiale, ogni anno in Asia, Africa e America Latina) è riuscita a fuggire, a liberarsi ed è diventata attivista femminista abolizionista con Resistenza Femminista e altre associazioni in Italia e in Germania. La sua storia, e il libro autobiografico “I girasoli di Liliam”, l’abbiamo raccontata varie volte.
Liliam in questi anni ha condiviso con noi testimonianze, riflessioni, denunce, che partono dal suo vissuto personale e sono un percorso collettivo di impegno. Contro ogni violenza maschile, contro ogni oppressione, sistema di violenza e sfruttamento, di schiavitù.
Cinque anni fa è stato pubblicato il libro «I girasoli di Liliam – da bambina schiava sessuale in Brasile al grande sogno realizzato in Italia» di Teresa Giulia Canone. «Una storia forte, fortissima. E vera – riporta la presentazione del libro – di Liliam bambina, schiava del sesso in casa nella favela di Recife. Poi in strada e, neppure adolescente, rapita e segregata in una “casa degli orrori”. Quindi “esportata” in Germania come un qualsiasi bene di consumo». È riuscita a fuggire a Torino per costruirsi una nuova vita dopo le «condizioni drammatiche in cui Liliam ha vissuto per tre quarti della sua vita», nel libro «ha voluto raccontare per onorare la memoria dei suoi compagni uccisi prima di diventare adulti. Nella speranza che in qualche modo si possa metter fine a questa mattanza».
Il libro è possibile acquistarlo online a questi link https://www.fefeeditore.com/collana/ologrammi/668-i-girasoli-di-liliam https://www.amazon.it/girasoli-Liliam-storia-Liliam-Altuntas/dp/8894947165
Nella vita esistono persone che hanno conosciuto e conoscono i calvari, le difficoltà, i bui dell’esistenza umana e quotidianamente come Liliam ed è un atto vivente ed incarnato di generosità, dono, umanità. Aiutano le altre e gli altri ma arrivano i momenti in cui sono loro ad aver bisogno di una mano, di generosità, di umanità.
Nel settembre scorso abbiamo pubblicato l’ultima testimonianza di Liliam di cosa è la violenza maschile contro le donne, una testimonianza personale, drammatica e straziante. Le parole di Liliam, le sue lacrime, giungono dritti al cuore come spine, come una lama. Ma è giusto che sia la sua testimonianza, il suo grido di denuncia e di umanità, amore, affetto, rispetto cercato ancora una volta e calpestato, violato, violentato. Troppo spesso quando si parla di mafie dello stupro, dello stupro a pagamento e delle tante forme di schiavitù sessuale, di violenze maschili parlano (e sparlano) troppi che non sanno, non vivono, non conoscono e al centro dei pensieri hanno i propri privilegi. Lasciamo quindi alla visione e all’ascolto di Liliam ogni attenzione, il centro di questa pubblicazione. Siamo stati al suo fianco, lo siamo e lo saremo sempre.
«Liliam Altuntas oggi vive a Torino, è una nota cake designer e tiene corsi di pasticceria artistica. I GIRASOLI DI LILIAM è il racconto fedele della sua vita» riporta la presentazione del libro. Una testimonianza di rinascita, di vita, di umanità che Liliam tante volte ha raccontato in questi anni. Nei giorni scorsi ha ripubblicato su instagram la sua testimonianza-intervista rilasciata a Natalia Boere, giornalista brasiliana, e pubblicata su O Globo Rio il 12 aprile 2017. L’abbiamo tradotta e la ripubblichiamo in quest’articolo.
La proprietaria di un buffet italiano, Liliam Altuntas, ha superato l’infanzia trascorsa per strada e la prostituzione forzata in Germania
L’idea di creare il ristorante gli è venuta alla fermata dell’autobus, durante una conversazione con una prostituta.
Dal forno del Liliam Buffet di Torino escono ogni giorno 30 torte e mille cupcake. Chiunque veda Liliam Altuntas, trentasettenne originaria di Rio de Janeiro, sorridere mentre prepara e vende le sue prelibatezze non immaginerebbe mai che la sua vita fosse amara, finché non è diventata dolce. Ex senza fissa dimora e vittima di abusi sessuali, racconterà come la gastronomia ha cambiato la sua storia agli studenti di Gastromotiva, una ONG che offre corsi di cucina gratuiti ai giovani svantaggiati, durante un evento questo mercoledì presso l’Unisuam, a Bonsucesso.
— La gastronomia ha portato luce nella mia vita. Voglio ispirare altre persone con la mia storia, fatta di tante lotte e di tanta sofferenza. Molte lacrime si sono trasformate in sorrisi, ha raccontato Liliam, che ha in programma di aprire una sua scuola di cucina in Brasile, rivolta ai senzatetto. — Voglio insegnare loro un mestiere e fornire loro le condizioni per avere una vita dignitosa.
In visita a Rio, martedì sera Liliam si sporcherà le mani come chef volontaria presso il Refettorio Gastromotiva, un ristorante a Lapa che offre pasti gratuiti alle persone in situazioni di vulnerabilità sociale. L’antipasto, la portata principale e il dessert saranno preparati con gli avanzi non lavorati donati da un distributore di generi alimentari.
— Sarà molto emozionante. Quando vivevo per strada, volevo del cibo e non ce l’avevo. Oggi ce l’ho e posso regalarlo – racconta lei che ogni domenica distribuisce dolciumi ai senzatetto della città in cui vive. — Sarebbe egoistico da parte mia averlo e non condividerlo. Hanno il diritto di mangiare cibo fresco e buono.
“La gastronomia ha portato luce nella mia vita. Voglio ispirare altre persone con la mia storia, fatta di tanta lotta, tanta sofferenza”
Fondatore di Gastromotiva, nato a San Paolo nel 2006, arrivato a Rio nel 2012 e che ha già formato più di duemila chef, David Hertz sottolinea l’importanza di mostrare agli studenti del progetto esempi come quello di Liliam, che ha superato gli ostacoli grazie alla gastronomia.
— Il ruolo di Gastromotiva è quello di ispirare persone come Liliam a trasformarsi. Utilizziamo il potere del cibo per creare inclusione e offrire dignità. «I cuochi del Refettorio sono nostri ex studenti, che vogliono fare questo lavoro sociale aiutando i senzatetto», dice David pieno di orgoglio.
Liliam è nata a Queimados, nella Baixada Fluminense, e fu portata dai nonni a Recife, dopo essere stata abbandonata dalla madre, quando aveva solo 18 mesi. All’età di 6 anni andò a vivere con uno zio, che abusò sessualmente di lei e finì per metterla incinta. All’età di 14 anni diede alla luce Thomas (ora 23enne) e andò a vivere per strada, dove si prostituiva e addirittura rubava per comprarsi la droga. Quando una donna le ha offerto rifugio a Fortaleza, non ci ha pensato due volte e ha accettato:
— Non avevo quella cosa della famiglia, quell’amore. Speravo di trovare qualcuno che mi amasse. Ma quando sono arrivato lì, ho scoperto che possedeva un bordello.
Il pappone la “vendette” a uno straniero, che la portò a Düsseldorf, in Germania, insieme ad altre 11 ragazze. Erano tutte costrette a prostituirsi. In Europa ha fatto sesso in cambio di denaro per sei anni. Quando decise di cambiare vita, rimase incinta di un uomo tedesco. Con la nascita di Janaína, che ora ha 19 anni, ottenne una sorta di cittadinanza tedesca. Qualche tempo dopo sposò un uomo turco e ebbe un’altra figlia: Aylin, che ha 16 anni. Il matrimonio durò quattro anni. Liliam ha trovato l’amore che cercava solo nel 2006, quando ha incontrato l’italiano Claudio Sessa, con cui è ancora sposata oggi e ha due figli: Yildiz, 9 anni, e Heinrich, 8. Oggi i suoi cinque figli vivono in Italia.
Liliam Buffet è nata per caso. Si trovava alla fermata dell’autobus a Torino, dove si era trasferita, quando sentì una prostituta brasiliana parlare di quanto le mancasse il cibo “di casa”. Liliam, che aveva imparato a preparare dolcetti quando viveva con i nonni, racconta di aver preparato pasti caldi e di essere tornata a casa con un ordine. Consegnò riso, fagioli, bistecca con cipolle e una torta brigadeiro. La prostituta e le sue amiche avevano clienti famosi, che vennero a conoscenza delle doti della ragazza. E ben presto Liliam divenne una chef famosa per le celebrità italiane e finì sui giornali.
— Nel 2013 ho vinto il premio come migliore imprenditrice straniera in Italia. Sono stata decorata dal sindaco di Torino e dal ministro dell’Immigrazione italiano. E ho deciso di raccontare la mia storia. Parlo da sopravvissuta. E voglio aiutare le persone che hanno vissuto la mia stessa situazione – ha detto la chef, che tornerà in Italia il 23.