Una testimonianza che lascia più domande che risposte. Il 23 gennaio 2025, la Commissione parlamentare sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori ha ascoltato Maria Teresa Papasidero, ex allieva della scuola di musica “Tommaso Ludovico da Victoria”, frequentata anche da Emanuela Orlandi.
Ma il cuore dell’audizione si è infranto contro un muro di amnesie: “Non ricordo nulla di quella sera”, ha ripetuto più volte Papasidero. Eppure, proprio il 22 giugno 1983, giorno della scomparsa di Emanuela Orlandi, l’allora quattordicenne Maria Teresa avrebbe condiviso – secondo la deposizione del 1983 di Laura Casagrande – il tragitto con Emanuela, dall’uscita da scuola fino alla fermata dell’autobus 64, passando per una profumeria in via Gregorio VII.
Una versione, quella di Casagrande, che stride con i ricordi sbiaditi – o forse rimossi – della Papasidero: “Io non ricordo nulla. Andavo sempre a casa dopo le lezioni. Non facevamo giri”. La sua reticenza ha acceso i toni della Commissione. Il senatore Dario Parrini, tra gli altri, ha manifestato aperto scetticismo: “È difficile credere che una ragazza sparisca e chi le era accanto non ricordi nulla.”
Nonostante i tentativi di chiarimento, l’ex allieva ha mantenuto la sua linea: “Con Emanuela Orlandi non ero amica, la conoscevo solo di vista. Ricordo solo la lezione di canto corale.” Eppure, proprio in quelle ore, si sarebbe consumato uno degli episodi più misteriosi della storia italiana, con ipotesi che spaziano dal rapimento alla pista vaticana. “Secondo me è stata una trappola”, ha ammesso infine Papasidero, “e credo sia partita da dentro il Vaticano.”
Il caso Orlandi, che scuote da oltre quarant’anni la coscienza del Paese, resta così intrappolato in testimonianze contrastanti, vuoti di memoria e dettagli mancanti.
La Commissione parlamentare d’inchiesta continuerà il suo lavoro, ma l’audizione di Papasidero, oggi più che mai, solleva un’amara domanda: davvero nessuno ricorda?
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