Partiamo dai fatti: non si può negare che, soprattutto nell’ultimo mese, è scoppiata una “guerra” all’interno della massoneria italiana. Non si può non notare come il Grande Oriente d’Italia (GOI) si sia spaccato alle ultime elezioni per nominare il nuovo Gran Maestro dopo il governo decennale dell’ormai ex Stefano Bisi.
Abbiamo raccolto, nel corso del tempo, le varie problematiche che più ci interessano:
- numerosi massoni indagati come fiancheggiatori di Matteo Messina Denaro
- le logge sciolte per infiltrazioni in Calabria
- la definizione di “massomafia” coniata da Nicola Gratteri che, anche su questa base, ha ottenuto – a novembre 2023 per concorso in associazione mafiosa – la condanna in primo grado per l’ex parlamentare Giancarlo Pittelli (Forza Italia).
Alle ultime elezioni da una parte c’era la lista che candidava Leo Taroni, imprenditore di Ravenna, appoggiato dalle logge del centro-nord e dal Rito Scozzese Antico e Accettato, una specie di rito d’élite interno alla Massoneria, e appoggiato dall’ex Gran Maestro Giuliano Di Bernardo.
Dall’altra parte c’era Antonio Seminario, imprenditore di Corigliano Calabro (Cosenza), appoggiato dalle logge calabresi e dalle logge toscane, oltre che dal Gran Maestro uscente Stefano Bisi.
L’elezione ha visto partecipare 17.350 massoni, come raccontato da un’inchiesta del giornalista Danilo Lupo, dove ha prevalso Taroni su Seminario per soli 20 voti. Ma nella notte dell’elezione si è assistito ad un colpo di scena: la commissione elettorale centrale ha riconteggiato i voti. Il calabrese Seminario ha “miracolosamente” recuperato la sconfitta, ribaltando il risultato. E’ stato eletto ufficialmente nuovo Gran Maestro.
Taroni, però, ha presentato ricorso, non solo agli organi interni della massoneria ma, per la prima volta, è stato “rotto un tabù”: si è rivolto alla magistratura ordinaria.
Ma i tempi della giustizia, sia massonica che “ordinaria”, sono lunghi. E’ stata anche annunciata, dal massone sconfitto, l’impugnazione della sentenza di primo grado (Tribunale di Roma) che ha respinto il ricorso cautelare. Sembrerebbe, come è emerso da diverse inchieste giornalistiche, che il nuovo Gran Maestro abbia espulso diversi Venerabili, legati alla lista avversaria. Seminario avrebbe creato nuovi Maestri vicini a lui. Si parla di circa 170 massoni solo in Calabria.
Contestualmente i sostenitori di Taroni starebbero tirando fuori diversi dossier legati al ricco e appetibile patrimonio immobiliare del GOI. Inoltre, pure il Rito Scozzese Antico e Accettato, schierato con Taroni, ha iniziato con le sospensioni:
- Stefano Bisi, ex Gran Maestro;
- Quintino Paola, medico urologo ed ex ispettore massone regionale della Sicilia.
Parlando dell’isola si arriva facilmente in provincia di Trapani: Castelvetrano, infatti, è noto per essere stato il regno di Matteo Messina Denaro, con una straordinaria presenza di Logge massoniche. La principale loggia è intitolata a Francisco Ferrer. Fece scalpore il ritrovamento del numero di telefono di Paola, al momento dell’arresto di Giovanni Luppino, autista e faccendiere di Matteo Messina Denaro, il boss che – per la sua patologia – si era già sottoposto a diversi interventi urologici. “Lo avrà trovato su internet” aveva detto il dottor Paola a Giuseppe Pipitone del Fatto Quotidiano. E quando il giornalista chiese se avesse ancora ruoli di responsabilità nella Massoneria, il medico negò decisamente: “in atto non sono responsabile di niente“.
Ma, oggi, si scopre ufficialmente, che al momento dell’arresto di Matteo Messina Denaro, Quintino Paola era Massone in attività in quanto ispettore regionale per la Sicilia del Rito Scozzese Antico e Accettato. E lo è stato fino a poco tempo fa, quando il Sovrano Gran Commendatore Giulio Nigro ha deciso di sostituirlo. Il ruolo ricoperto emerge dal Decreto del Sovrano Gran Commendatore del 27 settembre 2024.
Restando in Sicilia e nella patria dell’ex padrino, Matteo Messina Denaro, si contano 22 logge massoniche, di cui due a Campobello di Mazara e sei a Castelvetrano, e in Sicilia se ne contano in totale 98.
Nel 1986, al termine di una perquisizione nel trapanese, vennero trovati documenti riconducibili a una loggia. L’allora Procuratore aggiunto Giovanni Falcone, dopo averli studiati, avvertì un investigatore dell’Arma:
«Attento, chi tocca questi fili muore».
A Trapani venne scoperta la loggia segreta “ Iside 2” , nata sotto l’insegna del circolo culturale “Scontrino”, e in cui, accanto a personaggi delle istituzioni, sedevano i boss mafiosi di maggiore rilievo.
Inoltre, in un documento ufficiale (come è possibile leggere nella foto in basso), il medico Alfonso Tumbarello, che curava Matteo Messina Denaro, è stato sospeso a tempo indeterminato da ogni attività massonica.
Non bisogna dimenticare le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia i quali hanno parlato di una loggia fondata da Matteo Messina Denaro.
Caso eclatante è anche la vicenda dell’ex sindaco di Castelvetrano, Vaccarino – che per conto dei servizi segreti – ha avuto un rapporto epistolare con il boss durante la latitanza.
“Ho collaborato con i servizi segreti e a questo devo la mia condanna a morte da parte del sanguinario Matteo Messina Denaro”, dichiarò Vaccarino alla prima udienza del processo a suo carico del 25 febbraio 2020.
Ricordiamo che l’ex primo cittadino di Castelvetrano nel maggio 2021 morì per una operazione cardiaca post-covid.
Che parte della Massoneria abbia avuto e continua ad avere un ruolo chiave e di contatto e copertura con la mafia non è una novità. Ancora oggi, grazie anche alla sua segretezza, non si ha un quadro chiaro del passato ma, soprattutto, del presente.
immagine copertina pixabay di OpenClipart-Vectors