“L’educazione sessuale dovrebbe essere un punto centrale. È un dono di Dio, la sessualità”. (Don Andrea Gallo)
Recentemente il governo ha rivisto, a sorpresa, la destinazione dei fondi individuati per l’educazione sessuale ed affettiva nelle scuole secondarie, dirottando i 500mila euro verso la “formazione sull’infertilità”. Seppure la salute e l’educazione sessuale nelle scuole restino un punto focale dell’educazione, il governo ha stabilito come prioritaria la formazione dei docenti per istruire i ragazzi sulla prevenzione dell’infertilità.
La decisione segna un ulteriore passo indietro verso la possibilità di educare ad una società più consapevole e sicura. La scelta, profondamente snaturata, avrà una forte rilevanza anche sugli apprendimenti socio-relazionali, di cui l’istituzione scolastica dovrebbe essere il cuore pulsante.
Infatti, la scuola non è solo il luogo in cui vengono impartite nozioni e competenze tecniche, ma rappresenta il primo laboratorio di vita dove ai giovani è permesso partecipare attivamente alla costruzione e alla crescita della propria identità, al di là delle mere competenze scolastiche. È tra i banchi di scuola che si impara il confronto con gli altri, a mettersi alla prova costantemente e si stringono legami affettivi. In questo momento storico, in cui la tecnologia domina anche la comunicazione, sempre più impersonale, digitalizzata e frammentata, l’istituzione scolastica diventa ancora più determinante come spazio di crescita socio-relazionale.
Il ministro Cirani sostiene che la scelta sia stata lungamente ponderata e avallata dalla scarsità del fondo disponibile, il quale ritiene non sufficiente a supporto di “iniziative ad ampio spettro”.
Verrebbe da pensare che questa eccessiva apprensione (diciamo ossessione) per la fertilità, che “preoccupa a livello demografico”, possa invece mascherare non solo una visione antiquata e limitata della sessualità e delle relazioni affettive, ma, osiamo pure dirlo, una fobia gender.
Il nostro è un Paese dove il consenso ed il rispetto reciproco sono concetti ancora lontani dall’appartenere radicalmente ai costrutti sociali e dove ogni giorno si sente parlare di vittime di violenza di genere. Il bullismo, il cyberbullismo e il revenge porn sono fenomeni che affliggono milioni di studenti. Limitare gli insegnamenti esclusivamente alla questione della fertilità avrà conseguenze che pagheremo caramente.
È deleterio pensare che educare alla sessualità e alle relazioni affettive sia proselitismo dell’ideologia gender, sminuendo di fatto la vera funzione sociale: quella di formare futuri cittadini consapevoli e capaci di instaurare e vivere relazioni sane e costruttive. È prevenzione contro le malattie sessualmente trasmissibili, contro gli abusi fisici e psicologici, contro ogni forma di violenza, coercizione.
Le dichiarazioni del deputato Sasso della Lega, che ha erroneamente suggerito che le lezioni sulla sessualità avrebbero “turbato” bambini di sei anni, evidenziano una disinformazione preoccupante, considerando che il provvedimento era chiaramente destinato agli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado. L’atteggiamento del Carroccio incentiva un clima oscurantista e stereotipato a discapito di quei giovani adolescenti che dovremmo proteggere.
La vittoria “autoproclamata” dalla Lega è una sconfitta della società nella sua totalità, che continuerà a tramandare ignoranza e pregiudizi verso tematiche fondamentali per il benessere collettivo. È inequivocabile l’atteggiamento di alcune forze politiche che preferiscono perpetrare un’ideologia retrograda e dannosa, sacrificando una crescita equilibrata dei giovani.
È forse giunto il momento per l’Italia di allinearsi agli standard europei anche in materia di educazione sessuale nelle scuole mettendo da parte tabù e pregiudizi anacronistici che non hanno più ragione di esistere nel XXI secolo.
UNA VITA CONTRO LA CAMORRA con gli Studenti di Padula (Sa)
Il libro racconta le minacce, le intimidazioni, le pressioni e le violenze subite dal protagonista, dirigente di un’impresa di costruzioni,...
Una vita contro la camorra a Maletto, la denuncia del testimone
-- IL TESTIMONE. Ho visto camorristi entrare nelle stanze della politica e ministri brindare a bordo piscina con affianco affiliati...
UNA VITA CONTRO LA CAMORRA, il nuovo libro di Paolo De Chiara su TeleRegione
UNA VITA CONTRO LA CAMORRA su TeleRegione Molise. Conduce Pasquale Damiani La storia vera e scomoda di un Testimone...
UNA VITA CONTRO LA CAMORRA: la storia vera e drammatica di un testimone di giustizia italiano
I drammatici eventi che state per leggere si sono verificati in Italia, nel Paese delle mafie. In questa terra...