“E’ inaudito che una delle principali vie di Isernia sia ancora intitolata a Giovanni Berta, simbolo di apologia del crimine fascista, segnatamente delle squadracce fasciste di Firenze, figlio del padrone di un’azienda metallurgica sostenitore del regime. Uno che incarnava la falsa propaganda sugli immaginifici “martiri” patacca in camicia nera, mai esistiti, costruita dal regime criminale di Mussolini”.
A Isernia, come in molte città italiane, la toponomastica riflette le diverse fasi storiche vissute dal Paese. Durante il Ventennio fascista, molte strade e piazze furono intitolate a esponenti del regime o a eventi legati all’epoca, un fenomeno che interessò tutto il territorio nazionale.
Dopo la caduta del fascismo e l’avvento della Repubblica, molte di queste denominazioni furono cancellate, in ossequio ai principi sanciti dalla Costituzione Italiana e al rifiuto del passato dittatoriale. Alcune strade e piazze hanno ancora riferimenti al Ventennio.
Un esempio emblematico a livello nazionale è Giovanni Berta, considerato un “martire della Rivoluzione Fascista”. Una cazzata pazzesca. Era uno dei tanti criminali che indossavano quella camicia di cattivo gusto.
Isernia ha un record negativo: diede i natali ad un altro farabutto: Farinacci. Altro delinquente molto vicino al capo dei fascisti, che verrà fortunatamente appeso a testa in giù a Milano, in Piazzale Loreto.
Strade e piazze intitolate ai fascisti: un’eredità controversa
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