Nell’Ospedale “San Pio” di Vasto l’IGV (interruzione volontaria di gravidanza) è attualmente sospesa perché i medici in servizio sono “obiettori di coscienza”. Sono previste nuove assunzioni per integrare l’attuale personale e, quando sarà concluso il concorso in atto, si prevede possa essere riattivato il servizio.
È quanto riferiscono fonti della Asl 02 Chieti-Lanciano-Vasto in relazione a quanto riportato in un comunicato dei giorni scorsi del Collettivo Zona Fucsia. Il collettivo femminista ha raccontato che, in occasione del corteo dell’8 marzo a Pescara, una donna ha sostenuto che in ospedale gli hanno detto che «bisognava prima sentire il battito del feto» e che, in ogni caso, era «troppo presto per procedere». La ragazza, una 26enne che ha scelto di rimanere anonima, per l’aborto potrebbe doversi rivolgere a strutture fuori regione, distanti anche centinaia di chilometri.
«In Abruzzo, l’obiezione di coscienza è superiore alla media nazionale, rendendo sempre più difficile accedere all’aborto» ha sottolineato il collettivo femminista che, nel suo comunicato, ha attaccato l’ascolto del «battito fetale» come anti-scientifico, «narrazione tossica usata dai movimenti antiabortisti per colpevolizzare chi sceglie di interrompere una gravidanza e ostacolarne il percorso medico».
«L’invenzione del “battito fetale”: una strategia della propaganda antiabortista – prosegue il comunicato del Collettivo Zona Fucsia – La scienza parla chiaro: non esiste un battito cardiaco fetale nelle prime settimane di gravidanza. L’embrione non ha ancora un cuore formato, e l’attività elettrica che può essere rilevata con un’ecografia è un semplice impulso, non un battito. Questo concetto viene deliberatamente usato per influenzare emotivamente le persone gestanti, facendo leva sul senso di colpa».
Sabato pomeriggio, appena ci è stato possibile, abbiamo contattato la Asl Chieti-Lanciano-Vasto che ci ha riportato che presso l’Ospedale di Vasto non vengono effettuati aborti perché sono presenti solo medici obiettori, circostanza emersa, e che non ha mai avuto particolare evidenza pubblica in precedenza (per quanto di nostra conoscenza), solo dopo che dalla Asl hanno risposto (di sabato pomeriggio) alla nostra richiesta di dichiarazioni. Dopo averci comunicato tale informazione e una smentita di alcune informazioni fornite dalla donna gestante, successivamente al contatto avuto con noi la Asl ha diramato il comunicato che riportiamo integralmente.
«Il Direttore della Ostetricia e Ginecologia Gabriele D’Egidio dell’ospedale di Vasto smentisce duramente quanto diffuso dal collettivo Zona Fucsia in merito alla richiesta di interruzione di gravidanza avanzata da una donna – è la nota inviata da fonti della Asl – È prassi effettuare il certificato che avvia all’interruzione dopo aver fatto una ecografia perché accerta lo stato di gravidanza. E questo è stato detto alla donna che è stata trattata come tutte le donne. Le sono state date le informazioni dovute, che identificano un percorso e a quello ci si deve attenere. Si fa l’ecografia, si compila il certificato e si indirizza la donna all’ospedale che pratica Ivg, che a Vasto è temporaneamente sospesa per mancanza di medici non obiettori. Questa è la verità, l’unica, il resto è polemica pretestuosa e mistificatoria».