Per la prima volta la Direzione Investigativa Antimafia ha presentato una relazione semestrale unificata, riferita all’intero anno 2024, offrendo un’analisi tempestiva, chiara e puntuale dell’attività delle mafie in Italia e all’estero. Il rapporto, trasmesso al Parlamento, svela l’evoluzione delle organizzazioni criminali, capaci di adattarsi, mimetizzarsi e infiltrarsi con nuove strategie nei settori economici, finanziari e istituzionali.
La relazione conferma la pericolosità della ‘ndrangheta, ormai consolidata su scala globale. Si distingue per la sua forma “proteiforme”, che le permette di operare come una vera multinazionale del crimine, soprattutto nel narcotraffico internazionale. Il porto di Gioia Tauro resta uno snodo centrale per il traffico di cocaina, con oltre 3,8 tonnellate sequestrate nel 2024.
La sua forza deriva da vincoli familiari, strategie corruttive, interlocuzioni con imprenditori e politici e da una spiccata vocazione economica. Non a caso, il 66% delle interdittive antimafia contro imprese infiltrate dalla ‘ndrangheta sono state emesse fuori dalla Calabria.
In Sicilia, cosa nostra si conferma attiva con un approccio “a geometria variabile”, più fluido, dove le nuove leve criminali cercano un equilibrio con le vecchie famiglie. Le alleanze con altre mafie, tra cui la stidda, e le proiezioni all’estero (USA, Canada, Belgio, Germania) dimostrano la sua capacità di rigenerarsi.
Le indagini evidenziano interessi nei settori agricolo, funebre, sanitario, edilizio e dei trasporti, oltre a un coinvolgimento in truffe ai fondi pubblici. Nel 2024 sono stati emessi 201 provvedimenti interdittivi in Sicilia, soprattutto nelle province occidentali.
La camorra si presenta con una doppia anima: da un lato spietata e violenta, dall’altro manageriale e imprenditoriale. Le indagini confermano infiltrazioni in appalti, trasporti, edilizia e sanità, soprattutto in Campania ma anche in altre regioni.
Colpisce l’arresto di 53 affiliati al clan Amato-Pagano, documentato nel dicembre 2024, che ostentavano ricchezza sui social come simbolo di potere criminale. Un fenomeno pericoloso, che influenza le baby gang e rafforza il mito del mafioso come modello di successo.
La strategia “Follow the Money” è il cuore dell’azione della DIA. Il tracciamento dei flussi finanziari ha portato a: sequestri per oltre 15 milioni e confische per 8 milioni solo alla ‘ndrangheta; oltre 200 interdittive antimafia solo contro imprese calabresi in altre regioni; interventi mirati su appalti legati al PNRR e ai Giochi Invernali Milano-Cortina 2026.
Importante anche la collaborazione internazionale tramite il progetto I-CAN con Interpol, che ha portato all’arresto di numerosi latitanti in Colombia, Regno Unito, Georgia, Brasile e Libano.
Secondo il Procuratore nazionale antimafia Melillo, il cyberspazio è ormai fondamentale per il crimine organizzato. La criminalità digitale è un territorio strategico tanto per la mafia quanto per il terrorismo.
In parallelo, cresce l’allarme per il fenomeno delle baby gang: ragazzi giovanissimi che emulano le logiche mafiose. L’episodio del 17 gennaio 2024, con 80 colpi sparati a Napoli da giovanissimi affiliati, dimostra la devianza minorile alimentata da modelli mafiosi.
La Relazione DIA 2024 è un monito forte e chiaro: le mafie non sono più un problema solo del Sud, né si combattono con vecchi schemi. L’infiltrazione è economica, sociale e culturale, e il contrasto richiede una rete interistituzionale, consapevolezza civile e investimenti nelle periferie.
Mentre la criminalità organizzata evolve, l’antimafia deve correre più veloce, potenziando i controlli, incentivando le denunce e agendo prima che il malaffare diventi sistema.
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