Alessio Di Florio, Vice Presidente dell’associazione Dioghenes APS. Siamo arrivati alla terza edizione del Premio Nazionale Lea Garofalo. Arriviamo da due precedenti edizioni che sono state un successo. Che valutazioni dai?
Starei attento ad usare termini come successo. Il mondo della “antimafia” (virgolette non casuali) e in generale quelle dell’associazionismo è infestato da tanta autoreferenzialità, personaggi egoriferiti, cartelli e da tanti professionisti (nel senso sciasciano del termine) che sono la negazione e l’opposto di quanto diceva don Lorenzo Milani e cioè che è necessario “fare strada ai poveri senza farsi strada”.
Dioghenes APS non appartiene a questo mondo e, quindi, più che di successo – che sarebbe nostro, un qualcosa di autoreferenziale – farei riferimento ad un percorso di consapevolezza e impegno concreto che si è irrobustito. Come dimostrano fatti accaduti, dai tanti contenuti, racconti, testimonianze avvenute nelle due precedenti edizioni alle denunce portate avanti come associazione e sulle pagine di WordNews.it di fatti, anche gravi, avvenuti e che avvengono nei territori in cui il Premio si è svolto.
Come destinazione quest’anno è stata scelta la Calabria, terra di ”ndrangheta e, soprattutto, di Lea Garofalo. Che impatto ha svolgere questo premio proprio in questa terra?
L’obiettivo su cui lavorare deve essere quello di proseguire, consolidare, allargare il percorso. Trovare magari anche nuovi compagni di viaggio e far si che continui ad emergere quel che va raccontato, testimoniato, denunciato. E che associazione e giornale siano sentiti luoghi comuni in cui questo possa avvenire.
Senza dare mai tregua non solo ai mafiosi acclarati e a coloro che agiscono nelle zone grigie, che apparentemente non sono criminali ma hanno la stessa mentalità nelle istituzioni, nella società, anche nell’associazionismo.
Cosa ti aspetti da questa edizione?
Che sia soprattutto occasione perché accada quanto condiviso nella seconda domanda. Percorsi in cui i giovani sono non importanti ma di più. I giovani, come ha sottolineato in vari incontri Paolo De Chiara (presidente dell’associazione Dioghenes APS e direttore di WordNews.it), non sono il futuro ma il presente.
Un presente troppo spesso macchiato e schiacciato dal puzzo della mafiosità, del clientelismo, degli atteggiamenti clanici e di tanto altro. Dare spazio a loro, riconoscerli il doveroso e sacrosanto ruolo da protagonista che è loro è anche scacciare via le puzze di troppi “adulti”
Premio Nazionale Lea Garofalo
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