Domenico Antico, lei è sindaco di Cittanova e quest’anno la III Edizione del Premio Nazionale Lea Garofalo si svolgerà lì. Il comune di Cittanova, in passato, è stato segnato da diversi omicidi di ‘ndrangheta e nelle cronache recenti troviamo personaggi del luogo indagati in inchieste contro la ‘ndrangheta. Quanto è importante svolgere questo premio proprio a Cittanova?
Sono molto contento che la III Edizione del Premio Nazionale Lea Garofalo si svolga a Cittanova. La mia città ha fatto tanti passi avanti negli ultimi anni nella lotta alla violenza mafiosa; straordinaria è stata l’esperienza di commercianti e imprenditori di Cittanova che denunciarono i tentativi di estorsione, si opposero alle pressioni delle cosche, facendo nomi e cognomi.
Stava nascendo la prima associazione antiracket d’Italia, l’Acipac. Questo esempio luminoso di passione civile ha fatto da sprone per una storia nuova, nella quale la mia città si è trasformata e sviluppata allontanandosi dal classico cliché di paese mafioso.
Quale impatto crede che avrà nella popolazione del suo paese e soprattutto sugli studenti, al quale è rivolto questo premio?
L’impatto sarà certamente positivo, credo che la memoria possa restituire un senso per il cambiamento del nostro territorio. Nel passato tante morti si sarebbero potute evitare se fossimo stati più vivi, più attenti. Richiamare alla memoria, costruire strade di memoria diventa motivo di impegno e di cambiamento.
Qual è il messaggio che la sua amministrazione, da lei guidata, vuole lanciare agli ‘ndranghetisti?
Il problema della legalità e della sicurezza costituisce una priorità per la civica amministrazione, al fine di garantire alla comunità le condizioni più adeguate per una civile convivenza. La ‘ndrangheta e gli ‘ndranghetisti non hanno e non avranno mai spazio a Cittanova.
Premio Nazionale Lea Garofalo
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