Oggi celebriamo Pier Paolo Pasolini, nato il 5 marzo 1922, una delle figure più controverse e geniali della cultura italiana. Poeta, regista, scrittore e intellettuale scomodo, Pasolini ha segnato il cinema, la letteratura e il pensiero critico con la sua visione anticonformista.
Il suo nome è legato anche a un delitto irrisolto: il brutale omicidio avvenuto il 2 novembre 1975 all’Idroscalo di Ostia, le cui dinamiche e responsabili restano ancora avvolti nel mistero.
Pasolini ha raccontato un’Italia in trasformazione, evidenziandone le contraddizioni sociali e denunciando il consumismo, la perdita delle radici popolari e le derive del potere.
Le sue opere più celebri:
- Ragazzi di vita (1955)
- Le ceneri di Gramsci (1957)
- Accattone (1961)
- Il Vangelo secondo Matteo (1964)
- Salò o le 120 giornate di Sodoma (1975)
Pasolini ha sempre sfidato il sistema con le sue idee radicali. Critico feroce del consumismo, della politica e della società borghese, ha pagato il prezzo della sua libertà di pensiero con processi, censure e attacchi mediatici.
Il 1° novembre 1975, poche ore prima della sua tragica scomparsa, Pier Paolo Pasolini rilasciò la sua ultima intervista al giornalista Furio Colombo. Questo incontro, pubblicato postumo con il titolo “Siamo tutti in pericolo”, offre uno sguardo profondo sulle preoccupazioni e le riflessioni dell’intellettuale in quei giorni.
Durante l’intervista, Pasolini esprimeva una forte inquietudine riguardo alla situazione politica e sociale dell’Italia. La sua critica si focalizzava sul potere crescente dei media e sulla manipolazione dell’informazione, temi che considerava pericolosi per la democrazia e la libertà individuale. La frase “Siamo tutti in pericolo” sintetizzava il suo timore per una società in cui gli individui rischiavano di perdere la propria autonomia di pensiero a causa delle pressioni esterne.
Il 2 novembre 1975, Pier Paolo Pasolini fu brutalmente assassinato all’Idroscalo di Ostia. Per anni, l’unico colpevole ufficiale è stato Giuseppe Pelosi, detto “Pino la Rana”, un giovane di borgata che confessò l’omicidio salvo poi ritrattare anni dopo.
Fu un omicidio politico?
Chi erano i veri assassini?
Perché tante incongruenze?
A 50 anni dalla sua morte, non si conoscono ancora i reali autori del delitto.
A distanza di mezzo secolo, Pasolini è ancora uno dei pensatori più rilevanti del nostro tempo. La sua critica al consumismo e alla manipolazione dell’informazione sembra anticipare le dinamiche della società contemporanea.
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